sabato 6 ottobre 2018

Animus iudicandi - Carpi Mauro D'Orazi - dialetto carpigiano


Da un po' tempo il mio lavoro è diventato quello di scrittore; ho pubblicato 11 libri (da solo e con altri) e centinaia di articoli e ricerche su tradizioni locali, dialetto e varia umanità- ECCO un raccontino breve che ho appena messo giù - spero lo gradiate
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"Animus iudicandi"
di Mauro D'Orazi 06-10-2018
La Scena - Bar Tazza d'Oro, un vetusto locale in centro a Carpi che da troppi anni attende di essere ristrutturato - ore 7:20 di una mattina qualunque negli ultimi tempi.
I Personaggi - tre o quattro clienti fissi, tra cui chi scrive e l'amico fraterno Flipètt, una primaria e schietta persona del popolo… artigiano con le mani d'oro, ormai in pensione; si aggiungono un paio di avventori occasionali, non stanziali e, obvius, il barista che è lì da 45 anni e si confonde, ormai indistinguibile, con gli arredi.
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Flipètt è comodamente seduto dietro un tavolino quadrato, nel classico posto del legionario, spalle al muro e porta ben visibile. Non si sa mai! Potrebbe entrare il nemico in qualsiasi momento!
Ha davanti un cappuccino e un sobrio panino con mortadella che gli danno un rassicurante saluto per la nuova giornata appena iniziata
Io gli sono di fianco stessa posizione.
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Flipètt prende uno dei giornali del bar, fresco fresco di edicola, e inizia a leggere e sfogliare con ampia e maestosa teatralità del movimento del braccio.
Infatti il momento è solenne: alle 7:25 per circa un quarto d'ora aprirà e terrà seduta il TRIBUNALE del POPOLO!
Flipètt legge ad alta voce qualche titolo significativo e riferisce con giusta cadenza le righe più pregnanti; dopo una breve, ma attenta disamina, comincia a emettere sentenze secche e inappellabili in un fiorito dialetto. Frasi che però qui di seguito riporto tradotte e mondate:
- "LADRI DI NOTTE RUBANO RAME DA I TETTI" Si sa già fin troppo bene chi sono; bisogna prenderli, menarli bene a modo e far scontare a loro 20 anni di lavori forzati!
- "UN NIGERIANO ARRESTATO PER SPACCIO DI DROGA NEI GIARDINI A MODENA" Si mette in galera e si butta via la chiave!
- "ASSALE UNA RAGAZZA DI NOTTE E TENTA DI VIOLENTARLA" Fosse per me lo castrerei!
- "UN PRETE DELL'ORATORIO ACCUSATO DI PEDOFILIA - UN RAGAZZO MOLESTATO PER ANNI" Bisognerebbe impiccarlo!
- "TERRORISTI ISLAMICI FANNO ESPLODERE UNA BOMBA IN UN MERCATO - DECINE DI MORTI" Vanno scannati uno a uno!
- "RAPINATORE NON RIVELA I NOMI DEI COMPLICI" Se me lo danno in mano a me… parla di sicuro e alla svelta!
- BENZINAIO DI CAMPAGNA SI DIFENDE DA UNA COPPIA DI MALVIVENTI, SPARA NE UCCIDE UNO E FERISCE IL SECONDO" Doveva accopparli tutti e due e seppellirli nella massa!
- Ecc… via di seguito"
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La seduta del Tribunale del Popolo dura circa un quarto d'ora: vengono inflitte decine di condanne a morte, secoli di galera, un po' di torture (ma senza eccessi…nel senso di sberle, sberloni con l'elenco telefonico bagnato, ecc…), nei momenti più gagliardi si invoca pure il lancio di qualche bomba H su specifiche zone o di ardere vive col lanciafiamme intere etnie.
I clienti presenti annuiscono, mandando giù l'ultimo goccio di cappuccino e con la mente già rivolta ai problemi della giornata pagano la consumazione e salutano.
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Bene! Perché questo aneddoto? Ma perché quando si giudica nella teoria, con frasi scontate, per fare i fenomeni… è fin troppo facile sentenziare e massacrare. Tutt'altra faccenda è quando si è invece responsabili di importanti atti da prendere su fondamentali aspetti della vita di una persona, anche se di malvagi costumi.
Circa il nostro giudice popolare, il "sanguinario" Flipètt, abbiamo poi imparato, in una mattina di intime confidenze fra amici presso la vicina tabaccheria del noto Giannino, che in casa sua tempo addietro, aveva catturato in gabbia, non senza sforzo e astuzia, un malefico topolino. La ferocia sanguinaria del nostro era stata tale che, non avendo il coraggio di ucciderlo, aveva caricato la gabbia in auto e aveva liberato la bestiola in campagna.
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Come vedete una cosa è muoversi in teoria nei propri pensieri e con invettive, sangue e vendette, ma cosa completamente diversa è agire in concreto sulla vita di un essere vivente, di una persona.
In passato mi è capitato due volte di essere chiamato a far parte di commissioni di disciplina non della mia città e di essere arrivati a proporre al Sindaco di quel tal Comune di licenziare quelle tal persone, che si erano comportate in modo disdicevole e sbagliato. Proposta molto gravi che avrebbero influito sulla VITA VERA di quell'uomo e di quella donna, sulla loro esistenza, sui suoi figli.
Devo dire che non è stato facile e ce la mettemmo tutta per capire fatti e responsabilità. Nonostante il disagio interiore che provavo, la mia parte di decisione, entrambe le volte, fu amarissima di condanna.
Questi miei pareri di condanna furono espressi non tanto per punire quei particolari singoli sciagurati, quanto per fare e rimarcare la differenza con le tante persone che invece nella vita quotidiana e sociale si erano comportate bene.
Una specie di inversione di intenti, non una semplice vendetta, ma un'intenzione che soddisfa molto di più la mia coscienza; in tal modo mi è sembrato di poter portare rispetto alla comunità, a coloro che abitualmente agiscono da buoni cittadini.