venerdì 10 marzo 2017

Et ricordet Filumeina di Mario Stermieri - dialetto carpigiano - Carpi - Mauro D'Orazi

Et ricôrdet Filumèina di Mario Stermieri 
scutmài Marin Rasèin (Stermieri - Razzini)
                           Primavera 1910  - completata da Mauro D’Orazi nel feb 2012
                                                        Traduzione di Mauro D’Orazi nel mar 2017

Et ricôrdet Filumèina,                               Ti ricordi Filomena,
quand t'andèv a passegêr                          quando andavi a passeggiare
a bunôra, a la matèina,                              di buon ora, alla mattina,
mèintr in zêl as fèva ciêr?                          mentre in cielo si faceva chiaro?

Pascolànd la tô nimêla,                                       Pascolando la tua scrofa,
là fra l'èrba în mèz al prê,                          là fra l’erba in mezzo al prato,
Filumèina t' èr pur bêla                             Filomena eri pur bella
che me a m' èra inàmurê!...                        tanto che mi ero innamorato!...

Un bel giôrn at contemplêva                     Un bel giorno ti contemplavo
stand nascôst dedrè da un môr,                          stando nascosto dietro a un gelso,
e guardànd, a suspirêva                                      e guardando, sospiravo
e am batîva fort al cor!                              e mi batteva forte in cuore!

Quànd a un tratt, pr'en fèrtl adôss,           Quando a tratto, per non fartela addosso,
te 't tiriss sù la stanêla                               Ti tirasti su la sottana
e anch achsé... là in fond al fòss                e anche così… là in fondo al fosso
Filumèina t'èr pur bêla!!                                     Filomena eri pur bella!!

Da cal giòren an gh'ò più vist*                            Da quel giorno non ci ho più visto
e, a pinsêr a la tò natura,*                        e, a pensare alla tua natura,
a dvintèva più che trist,*                                     diventavo più di triste,
seinsa cèva in dla sradura.*                      senza avere la chiave della serratura. 

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in corsivo parte completata da Mauro D'Orazi e amici il 27-2-2012

Cunfidèinzi di Mario Stermieri - dialetto carpigiano - Carpi - Mauro D'Orazi

Cunfidèinzi di  Mario Stermieri
scutmài Marin Rasèin (Stermieri - Razzini)

                          Primavera 1910  - completata da Mauro D’Orazi nel febbraio 2012
                                                        Traduzione di Mauro D’Orazi nel marzo 2017

Margherìtta! … Margherìtta!...                           Margherita!... Margherita!...
Te tì tutta la  me vìtta,                               Tu sei tutta la mia vita,
te tì l’ùnich mè pinsèr                               tu sei il mio unico pensiero
te per me tì al mònd intèr!                         tu per me sei il mondo intero!

Te tì guèrza, l’è pur vèra, …                     Te sei guercia, è pur vero,…
ma però tì in bòuna cèra;                                    ma però sei in buona cera;
te tì struppia… ma ch’ s’impòrta,            tu sei sciancata… ma chi se importa,
an gh’è dònna ch’ l’an sia stòrta!             Non c’è donna che non sia storta!

A so anch* ch at pùzza al fiè,                   So anche che ti puzza il fiato,
ma a me ‘gh sòun già abituè:                     ma io sono abituato:
in riguèrd pò ai tò cavì,                             circa poi ai tuoi capelli,
me a n’ egh pèins s’in poch pulì! …                   io non ci penso se sono poco puliti! …

Chè me a pèins che in d’ na famìa,            Con ciò penso che in una famiglia,
una acsè an l a ‘vrèv mìa*                         una così non la vorrei di certo
e pr an restèr futù*                                    e per non restare fregato
a srò svèlt a tòr su al dù!*                         sarò svelto a prendere su il due!



 *  completamento in corsivo di M. D’Orazi e gli amici 27-2-2012

EL CIACRI DLA GINT di Mario Stermieri - dialetto carpigiano - Carpi - Mauro D'Orazi

EL CIACRI DLA GINT

con modifica di Mauro D’Orazi nel feb 2012
                                                          Traduzione di Mauro D’Orazi nel marzo 2017


Divérsi vòlt a iò sinti a parlèr                               Diverse volte ho sentito parlare
d'un certo Dorri, un impieghè dal Cumòun        di un certo Dorry, un impiegato del Comune
e i m'la'an descrìtt con tant particolèr                 e me l’hanno con tanti particolari
ch'ed cgnùsserl bèin am pùnz la tentaziòun.      che mi viene la tentazione di conoscerlo meglio.

I'l disn an zòven pin d'riputaziòun,                     Dicono che sia un giovine pieno di reputazione
inteligint... e svèlt in di sò afèr,                            intelligente… e svelto nel suo agire,
distint, gentil, modèl d'educaziòun;                    distinto, gentile, un modello di educazione;
un tip simpàtich, tant... da inamurèr.                   un tipo simpatico, tanto… da far innamorare.

Anzi as descòr ed quatr'o zinch sgnurèeini,       Anzi si dice di quattro o cinque  signorine,
ch'i gh'an dmandè lor stèssi ed fèr l'amòr...        che hanno chiesto loro stesse di intrecciare una relazione..
Mo mè an al so cum 'is faràn, puvrèini....           Ma io non so come faranno, poverine…

S'i  gh'in in tanti con ste mèl al còr!                     Se ci sono in tante con questo male al cuore!
I an ditt che lò pr'an disgusteèr nisùnna             Hanno detto che per non disgustare nessuna
al li vol tùtti...e s'al n'in tòs gnanch'ùnna!          le vuole  tutte…
                                                                                           anche se non ne prende neanche una!


MARIO STERMIERI 

Sconforto di Mario Stermieri - dialetto carpigiano - Carpi - Mauro D'Orazi - basletta

Sconforto di Mario Stermieri
Ecco una poesia del grande Mario Stermieri di Carpi,  in cui, di proposito e con grande maestria, il contenuto triste viene completamente disintegrato dall'esilarante utilizzo dei termini, per noi che parliamo l'italiano corrente, in un improbabile tentativo di fondere due lingue differenti.

SCONFORTO

La prima vera ecco è quì che vièno 
siamo già arènto al tempo della fóia
in mezzo ai prati si è già sgato il fieno
e vien su l'uva bella ch'la fa vóia,
ma nel mio cuoro ancor non v è giungiùto
il tiepido calor del sol d'aprilo
perché la mante mia non m'à più vluto
e sofro, e… calo tutti i giorni un chilo!
Quando poi penso ai bacci che ci ò dato
in della ghigna fresca e pien d'ardire
mi sento comovùto e sconsolato
come se fossi arènto a partorire!
E quando penso a sì crudel disdetta
e che in del mondo non avrò più pace
blisga dagli occhi giù per la basletta
il pianto mio dal gran che m'indespiàce!

Mario Stermieri, Carpi 1886/1910

Nel leggere il buffo utilizzo delle parole italianizzate dal dialetto carpigiano nella poesia di Mario Stermieri, c’è da chiedersi se non era questo forse il sistema usato dagli scrittori dialettali del Tre-Quattrocento di trasformare la lingua della loro terra nel nuovo linguaggio toscano, che si stava affermando in tutta la penisola. Del resto quante parole provenienti da tutte le regioni italiane sono state toscanizzate e oggi fanno parte dell'italiano standard!

Da notare poi che i quattro versi finali, musica pura e cristallina, sono i più famosi e conosciuti di tutta la povesia carpigiana:

E quando penso a sì crudel disdetta
e che in del mondo non avrò più pace
blisga dagli occhi giù per la basletta

il pianto mio dal gran che m'indespiàce!