Attorno alla parola “Ragasóol” in dialetto carpigiano
Mi
è capitato spesso nei miei scritti e nelle mie ricerche di usare spesso la
parola ragasóol (plurale ragasóo).
In
dialetto carpigiano (ma non solo) significa, più che ragazzo, un bambino in età
preadolescenziale. Si trova naturalmente anche al femminile… ragasóola (plurale ragasóoli).
La
traduzione letterale in italiano sarebbe “ragazzuolo” (o “ragazzino”) un
diminutivo con sfumature vezzeggiative. Al contrario in dialetto bisogna invece
notare che ragasóol non è più un
diminutivo, ma nome vero e proprio nella sua completezza e autonomia.
In
dialetto si usa anche putèin (invariato
al plurale), letteralmente “puttino”, che individua neonati e bambini molto
piccoli. L’uso di questa parola può creare imbarazzo o ilarità nella sua comprensione
in persone di lontane regioni italiane.
Quando
al ragasóol o la ragasóola sono in
crescita e già si intravedono le caratteristiche dell’adulto, il dialetto usa
le graziose espressioni… L è già ’n
umètt! L’ è già ‘na dunlèina!
Raggiunta
e superata l’adolescenza verranno usati i termini di ṡuvnòot (ṡuvnòota) e ragàas (ragaasa).
La
dolente esclamazione che si sente usare in famiglia con un sospiro: “Ooh! I mè ragàas!” Sta a significare che qualcuno, i figli in particolare, hanno
espresso esigenze e pretese non possono essere realizzate, quasi sempre per
motivi economici o di tempo.
Molto
affettuoso e poi l’uso di ragasóo o
di ragàas che si usa per gli amici di
sempre, quando ci si incontra per qualche occasione: “Cum a stèe ragàas? Come
state cari amici? Oppure come dice qualche signora ottantenne: “Incó a i ò tòolt un cafè a la Tassa d’Oro
cun al mè ragasóola!” Oggi ho preso
un caffè alla Tazza d’Oro (noto bar del centro di Carpi) con le mie amiche coetanee!
C’è
poi al ragasóol èd butèega, ragazzo di
bottega, cioè il garzone. Parola
quest’ultima che se confrontata col francese “garçon”, cioè “ragazzo” ci riporta al tema
di partenza.
Ecco
alcuni modi di dire e frasi di uso comune:
I ragasóo i crèssen a la ṡvéelta a ca d chi èeter! I bambini crescono in fretta quando non li si ha sott’occhio (in casa degli
altri).
I ragasóoi diiṡen quèll ch i saan e i maagnen quèll
ch i gh àan. I bambini sono semplici e genuini, dicono quello che
sanno e mangiano quello che hanno.
A parìi di ragasóo dl aṡiilo! Sembrate dei bambini dell’asilo! Di fronte a polemiche futili.
Quàand al ragasóol al se stuffa d sighèer,
al dòorem. Quando il bambino si stanca di piangere., dorme.
I ragasóo i s divertissen a fèer
di bèech. I bambini si divertono a fare i becchi e le smorfie
con la bocca.
Cla ragasóola lè l èd ’na bravitù,
ch a n te diggh. Quella bambina è di una bravura, che io non ti dico.
I iin i ragasóo chi spòorchen la
ca! Sono i bambini che sporcano la casa, cioè non
riescono a mantenere segreti di famiglia. casa).
Ragasóo, a n fèe di mìa arlièer la
nòona! Bambini non fate arrabbiare la nonna!
Al n l’à mìa spuṡèeda, mò al s è ciamèe al
ragasóol. Non l’ha sposata, ma ha riconosciuto il figlio e gli
ha dato il proprio cognome
L è un ṡughlèin da ragasóo! É un lavoro, una cosa… semplice.
Ch a crèppa l'avarissia! A magnòmm ’n óov in trii, la balòota al ragasóol
e al cèer al dòmm al caan: che
crepi l'avarizia! Mangiamo un uovo in tre, diamo il tuorlo al bambino e
l'albume al cane.
Tóor un ragasóol in spaala o in grèmmbia. Prendere un bimbo
in braccio o in grembo.
Mèttr in stecca un ragasóol. Antica pratica superata di immobilizzare con stecche ortopediche le gambe
di un bimbo piccolo per cercare di contenere durante la crescita problemi alle
articolazioni.
La moglie al marito: “Tóo tèegh al ragasóol e va indu t vóo!” Prendi con te il bambino e vai
dove vuoi!
Mò Dio! Che bèel ragasóol! Ma che bel bambino! Quando lo si incontra con la madre.
L è un ragasóol staagn. É un bambino ben cresciuto con muscolatura soda e robusta.
L è un teṡòor èd ragasóol! È un tesoro di bambino!
L è un ragasóol viiv! È un bambino sano e vivace!
Mò ch demòoni d ragasóol! Ma che ragazzino vivace e birichino!
L è uun ragasóol chersùu in fuuga. É un bambino cresciuto in fretta, alto, ma gracile.
I
ragasóo d ’na vòolta i éeren più ṡgalvìi d quìi d incóo.
I ragazzi di una volta erano più svelti di quelli di oggi.
Ultime
note:
aggiungo
che tutte le parole sopra ricordate hanno anche in dialetto un gran numero di
diminutivi, accrescitivi e derivazioni; ecco alcuni esempi:ragasèin, ragasulèin, ragasèel, ragasètt, ragasulèet, ragasòot,
ragas(t)òun, ragastàas;
ci
sono poi dei sinonimi di ragasóol, che possono essere bagaiètt, monghèer, monèelo, ecc…
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