Caffè Teatro - Teatro Comunale Carpi - Torrione degli Spagnoli
Intervento cons Mauro D’Orazi 23-12-2024
Partiamo dal teatro comunale;
anche qui ci sono stati numerosi interventi nel corso degli anni; il Comune ha
sempre dedicato risorse alla sua cura e manutenzione; negli gli ultimi anni, dopo
il terremoto, si è provveduto a sistemare il tetto che si era danneggiato e
vari consolidamenti. Rimane oggi da portare a compimento le ultime opere di consolidamento
di una parte del ridotto e l’ultima sala a sud ovest, nell’ angolo proprio
quella sopra il Caffè Teatro. Recuperare pienamente il ridotto del teatro e le
sale adiacenti ci consentiranno di avere un luogo di alta rappresentanza, prestigio
ed onore della nostra città. La location è davvero affascinante e suggestiva:
si entra nella scaletta laterale nella prima nella prima sala sono conservate
delle sculture dell’assito deboli e l’antico tavolo della giunta comunale
strettamente recuperato si passa poi ridotto lo splendido pavimento veneziano,
decorazioni e affreschi. Infine l’ultima sala mi potrà essere messa al servizio
del ridotto stesso si potranno prevedere come in passato presentazioni di eventi,
attività culturali, matrimoni in una cornice deliziosa e di grande prestigio.
Sotto all’ultima sala del ridotto si trova il nostro amato e negletto Caffè del Teatro.
Una ferita aperta dal 2016 e che non ha ancora trovato una soluzione, ma che oggi finalmente vede concrete possibilità di una possibile riapertura.
Presso il Caffè Teatro ho passato decenni di vita, frequentato amicizie e conoscenze, trascorso bei momenti indimenticabili.
Il Caffè Teatro era un locale interclassista aperto a tutti. Il bar Roma era per i fighetti, per i nuovi vecchi ricchi, per i magliai, il bar Armani per i giocatori di biliardo, il vecchio bar Dorando era per gli sportivi per i tifosi della AC Carpi. Il bar Milano era per i comunisti, i socialisti erano al Centrale, oggi vicino al nostro nonno Peppe. I democristiani erano al Club del Corso.
Il Caffè Teatro è stato per tanti anni il bar dei mediatori, finché con l’aperta e rivoluzionaria gestione di Vittorio Garzon non fu trasformato in un bar per giovani e meno giovani, coi connotati di una forte carpigianità d’orine o acquisita. La frequentazione a quel punto divenne aperta a tutte le classi sociali: ricchi, poveri, industriali, operai, ambulanti, artigiani, nullafacenti, giocatori da soldi, studenti, destra o sinistra non erano elementi di particolari problematiche. La bellezza di questo locale è che potevi arrivare in qualsiasi momento e ti sedevi tranquillamente al tavolo con chi c’era; d’estate a mano a mano che arrivavamo il tavolo esterno veniva allungato. Ci trovavamo lì a bere, mangiare parlare, ridere fino a tarda notte. Non di rado Vittorio a ora tardissima chiudeva il portone e lì sì che rimanevano solo personaggi scelti e particolari … Sindaco, Pretore a giocare a carte fino all’alba.
La conduzione del locale si è poi in seguito più raffinata con l’arrivo del due Romano e Gigi che venendo da Milano hanno contribuito a sprovincializzare un pochino Carpi sia col raffinato, sia con spettacoli e feste estive (qui si ebbe la prima esibizione di Drag Queen. Cosa che per Carpi non cosa di poco conto
Il prestigio del locale è poi ulteriormente proseguito; con l’ultimo gestore Vincenzo il Caffè Teatro era diventato un ristorante estremamente buono e la gente veniva volentieri anche da fuori Carpi per sedersi d’estate fuori coi tavolini, facendo spettatori a un tramonto bellissimo sulla piazza meravigliosa e sui lunghi corsi che si stagliavano verso l’orizzonte a est dove il sole lentamente tramontava; una visione davvero stupenda che richiamava tanta gente e portava un benessere complessivo al nostro centro storico.
Purtroppo nel 2016 ci fu la gara per rinnovo della concessione; Vincenzo per motivi di errori nella procedura non poté vincere. Si poi sono susseguiti nel corso degli anni bandi e due assegnazioni. Purtroppo però i tempi erano cambiati, le norme da rispettare erano diventate estremamente cogenti, restrittive e negativamente persecutorie. I vincitori prima uno e poi l’altro si sono trovati di fronte a delle situazioni burocrate insuperabili.
Vincoli della Sovrintendenza, prescrizioni dell’Azienda Usl, criteri di sicurezza, obblighi che norme comunale, praticamente si sono trovati nell’impossibilità di aprire un locale, che potesse essere adeguato negli spazi alle ingenti spese che avrebbero dovuto sostenere. Pertanto, come dicevo l’uno dopo l’altro hanno gettato la spugna e mestamente hanno rinunciato, perdendo tempo e denaro. Cosa bisognava fare? L’unica soluzione forse possibile è quella che finalmente viene prevista nel nostro bilancio. Preso atto di tutti i vincoli e limitazioni che non consentiranno mai più di avere un caffè Teatro come prima (dato di fondo e di base) sarà lo stesso Comune a completare la ristrutturazione, spingendola al massimo del consentito dalle norme vigenti. Dopodiché si potrà fare un bando molto molto chiaro che e consentirà ai concorrenti di capire esattamente l’impegno finanziario loro richiesto in diretto rapporto al tipo di bar che potrà essere messo in opera.
Ricordiamoci anche che il Caffè Teatro è al servizio in primis del teatro e che quindi dovrà essere aperto durante le rappresentazioni al servizio del pubblico degli spettatori.
Fatti tutti questi calcoli chi parteciperà avrà un quadro nettamente chiaro dell’avventura che dovrà affrontare, senza farsi illusioni di spazi e dehors che oggi non esistono più e NON potranno più esistere.
È una scommessa sul futuro. Il Sindaco in persona si è impegnato in prima persona; ci si augura che ci possa essere una volta ultimati i lavori una adeguata risposta di interesse alla gara. Sin dal suo insediamento, si è attivato per individuare una soluzione che consentisse di iniziare quanto prima i lavori strutturali e allo stesso tempo, per giungere poi ad affidare tramite bando pubblico la futura gestione.
Tra qualche settimana, avremo il progetto sul quale iniziare gli interventi di sistemazione degli interni e degli impianti, così che al futuro gestore siano in carico solo gli arredi.
In ogni caso l’auspicata riapertura del Caffè Teatro sarà un momento qualificante per il nostro centro storico e in particolare per la piazza troppo spesso deserta e abbandonata a se stessa; quindi mi auguro che i lavori possono partire al più presto e possano essere conclusi entro l’anno.
Il torrione degli spagnoli.
Come sapete il centro storico di Carpi col suo castello rinascimentale, la sagra la torre, le due grandi piazze, Castelvecchio e voglio anche aggiungere la biblioteca Loria sono un patrimonio storico e architettonico di eccezionale valenza. Mi è capitato molto spesso di sentire commenti di turisti di ammirazione e meraviglia di fronte a queste bellezze e in veste di pedante braghero di dare informazioni storiche pertinenti.
Ebbene, troviamo fra le varie previsioni anche un ulteriore avanzamento dei lavori per il recupero del torrione. Non vi faccio tutta la storia, ma rammento le notizie degli ultimi decenni; partiamo dall’inizio del novecento, dove al piano terra uno stanzone veniva utilizzato rifugio-calore e messo a disposizione dei Carpigiani poveri durante gli allora durissimi periodi invernale.
Il Torrione è poi stato sede della biblioteca comunale che occupava anche verso nord gli appartamenti del vescovo Benincasa; è stato sede della Pretura e anche sempre piano terra nella sezione pacchi delle Poste.
Il suo utilizzo ha quindi destinazioni varie spesso approssimative che non hanno valorizzato queste mura di antica storia.
Poi piano piano le cose hanno cominciato a prendere il giusto verso;
è andata via la pretura, là dove adesso c’è la pieve,
è andata via la biblioteca per trasformarsi in quel gioiello che è la Loria,
è stato chiuso sempre a piano terra l’antico e squallido pisciatoio, che dava su Piazza Martiri, dove qualche sconsiderato giovinastro lanciava i petardi che rimbombavano spaventosamente nell’angusto e crepuscolare locale, ciò al crudele insano scopo di spaventare i vecchietti in tabarro che adempivano alle loro funzioni fisiologiche.
E allora era facile sentire rabbiosi improperi del tipo: “Ch a vèggna mìlla asidèint! Ragastaas! Delinquèint!” Frasi che rendevano ancora più spassosa e divertente l’atto di ardimento irrispettoso appena compiuto.
Dopo il terremoto del 2012, si è avviata una progressiva opera di recupero ampio e scientifico che è cominciata dall’ultimo piano pericolante:
Il tetto è stato rifatto con maestria con imponenti capriate in legno col tetto, tutte le finestre a merlo sono state attrezzate.
Via via con gli anni ci sono stati vari step di avanzamento con l’abbattimento di numerose superfetazioni interne, con il recupero di importanti e affascinanti affreschi, eccetera. I cittadini Carpigiani hanno potuto seguire l’avanzamento dei lavori in interessanti visite guidate che mettevano in evidenza i risultati raggiunti.
Si tratta ora di proseguire nell’opera di recupero per attuare l’ambizioso e bellissimo progetto finale di completo recupero al pubblico del Torrione e attuare la revisione del percorso museale, che vedrà l’ingresso del museo proprio dal Torrione
Tutto ciò in futuro ci darà la possibilità di aumentare l’attrattiva del nostro Centro storico; di essere di maggiore interesse per i turisti.
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