Intervista a TEMPO 25-01-2017 di Jessica
Bianchi
Al carpigiano Mauro “Dorry” D’Orazi,
appassionato di dialetto, scrittore e attento conoscitore degli usi della
nostra terra, abbiamo chiesto di tracciare un ritratto di Carpi, tra ieri e
oggi
Il menestrello di Carpi
Carpi è nel suo cuore. Nei suoi libri l’ha
raccontata, con amore, dedizione e corrosiva ironia. Al 63enne Mauro “Dorry”
D’Orazi, moderno menestrello, innamorato del vernacolo cittadino, abbiamo
chiesto di tracciare un ritratto di Carpi, tra ieri e oggi. Senza sconti.
Come si riconosce un carpigiano doc?
“Dal suo determinato atteggiamento
naturalmente: crede di essere quasi sempre il numero uno in ogni situazione…
ovviamente la realtà spesso è un’altra!”.
Com’è cambiata la nostra città nel corso del
tempo?
“E’ profondamente mutata. Le persone sono
cambiate. Le tradizioni e i valori di una volta stanno sbiadendo sempre più. Io
che sono un appassionato di dialetto e attento conoscitore degli usi della
nostra terra appartengo ormai a una minoranza… La persone come me sono nate e
cresciute con un cesso in comune, giù in lavanderia o in cortile, oggi in casa
ne abbiamo tre! Sfido chiunque nella storia dell’umanità ad aver vissuto un
progresso tanto intenso! Dalla miseria al boom economico, alla recessione
attuale... una grande parabola: dopo la fine della grande economia carpigiana
si fa fatica a mantenere il ritmo e lo stile di vita degli scorsi anni”.
Cosa rimpiangi della Carpi di ieri?
“La piazza aperta e la possibilità di andare
al bar Teatro dove potevi trovare l'operaio, l’esponente di Destra e quello di
Sinistra, lo sfaccendato e l’industriale (il Bar Roma invece era dei signori e
il Milano dei comunisti). Tutti i generi si riunivano al Teatro: un "porto
franco", godereccio, dove la gente voleva sentirsi e stare bene.”.
Il Centro è sempre più spopolato: chi occupa
le panchine?
“I pensionati, quelli scacciati di casa dalle
mogli (Dàai mò des-ciùll èt e va fóora a
fèer un girtinèin!). Vecchietti che stazionano in centro per ore, senza
soldi in tasca che, al massimo, possono permettersi una tazza di caffè al bar.
La gente non vive più la piazza, il tempo è sempre più tiranno, gli impegni di
lavoro sono pressanti; non c'è tempo di guardare chi ha la testa più grossa!”.
C’è un miracolo carpigiano?
“L’unico miracolo è rappresentato dalla
Piazzetta e zone limitrofe. Luoghi che, anche grazie al coraggio un
po'spregiudicato dell’assessore Simone Morelli, sono finalmente decollati. La
Piazzetta ora è piena di locali e di vita. Mi preme sottolineare che la vicina
via San Francesco è transitabile per le auto e moto… vorrà pur dire qualcosa”.
Piazza Martiri: aperta o chiusa al traffico?
“Ricordati che al carpigiano non interessa
essere o avere, ma solo sembrare! Esibire un Porsche, tenendo il gomito fuori
dal finestrino fa bene all’anima, non credi? Portare la propria auto in piazza
e parcheggiare lì, a ridosso del rialzato, potrebbe aiutare… ma ai
"buonisti" della Piazza chiusa ciò non interessa. Sono felici di
tenerla vuota la sera d'inverno, mentre loro se ne guardano bene di girarla a
piedi e sono a casina al calduccio.”
Per muoverti in città prediligi l’auto o la
bicicletta?
“La bici; ma in inverno, quando fa molto
freddo, non ho alcuna remora a utilizzare la macchina per spostamenti medi”.
Cosa metteresti all’interno del Torrione
degli Spagnoli?
“Un bel ristorante, ma con menù tradizionali
a 20-25 euro. Il segreto è saper coniugare qualità e prezzo, perché il
carpigiano dopo che l’hai fregato un paio di volte con cose patocche poi non viene più”.
La nuova piaga cittadina è certamente la
spazzatura: i rifiuti abbandonati sono ovunque e Carpi è più sporca rispetto al
passato. Concordi?
“A gh é
dimondi melnètt!”. Sporcaccioni che non hanno rispetto.
Sei preoccupato della deriva che sta
prendendo il nostro ospedale?
“Molto. Dobbiamo ringraziare il Cavalier
Guido Molinari per le importanti donazioni che ha fatto a suo tempo
all’Ospedale, perché se avessimo dovuto aspettare gli interventi da Modena,
stavamo freschi…”.
Sei favorevole alla creazione di un grande
parco cittadino?
“Ho aderito immediatamente al progetto di
Parco Lama e sono favorevole all’ampliamento delle aree verdi in generale,
l’importante è che ci si possa girare
intorno con l’auto… (ndr ride)”.
Ti senti sicuro?
“Diciamo che vorrei ci fossero sempre delle
pattuglie in giro pronte a intervenire tempestivamente in caso di bisogno,
soprattutto di notte, per non sentirci abbandonati e che sono assolutamente
favorevole alla difesa armata della propria casa”.
Come immagini la Carpi del futuro?
“Spero venga esercitato un controllo maggiore
e più rigido sul fronte immigrazione e che ci sia lavoro per tutti, in
particolare per i giovani laureati. Ma voglio pensare positivo e che ce la
faremo”.
Sei un impiegato comunale, come la macchina
amministrativa potrebbe essere migliorata?
“Siamo un Comune sano e con ottimi servizi.
Bisognerebbe che tutta l'Italia fosse hai nostri livelli; abbiamo ad esempio
dei servizi sociali e scolastici di primo ordine. Come parere strettamente
personale sono favorevole all’istituzione di un comune unico che accorpi Carpi,
Novi, Soliera e Campogalliano. Questo comporterebbe una migliore
organizzazione, più ampi margini di programmazione e intervento e, certamente,
maggiore incisività anche nei confronti della vicina Modena, che
tradizionalmente tende a non essere troppo generosa nei confronti della
provincia”.
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