Prima stesura 14-09-2017
v06 del 26-09-2017
Ssstt, il capo
fuma!
di Mauro D’Orazi
Questa è una storia vera (o quasi) di ragazzi carpigiani,
un po’ border line, successa pare ai primi degli anni ’60. Sono tanti anni che
volevo rievocarla, ma non avevo elementi sufficienti. Oggi, grazie all’apporto
di varie fonti, posso finalmente tentare di farlo, anche se resta delle
incertezze di fondo.
Forse non tutti particolari saranno quelli originali, ma la
sostanza fu quella; la narrazione nei decenni si è trasformata in un episodio
da leggenda, dove il prosatore di turno si sente autorizzato a mettere o
modificare particolari narrativi a proprio piacimento per aumentare
“l’eclatanza” del racconto.
Ebbene… un giorno d’estate a gruppetto di giovani teddy
boys carpigiani, oggi tutti molto conosciuti, venne in mente di divertirsi,
fermando il traffico di una importante strada di comunicazione. Una gran bella
idea! Non vi pare?
Il più giandone
di loro si distese in mezzo all’asfalto di traverso alla strada, assumendo la
stessa posa della statua del Canova, raffigurante Paolina Borghese; tirò fuori
una paglia e si mise a fumare tranquillamente.
Un camion non tardò ad arrivare e l’autista, vedendo il
trambusto e la carreggiata occupata, si fermò e scese per chiedere cosa fosse
successo… Forse un incidente !? Forse un
quelchidùun ch al stèeva mèel?!
“’Sa gh è? "
chiese subito il camionista preoccupato.
Uno dei ragazzi si diresse verso di lui e, mettendosi un
dito su naso e bocca, intimò: "Sssttt...
il capo fuma!"
Il mentecatto continuava beatamente a star sdraiato in
mezzo alla strada con la sigaretta in bocca e accennava un sorriso beffardo e
ammiccante.
… Due o tre secondi di silenzio… L’uomo osservava la scena
e poi… "Aa sè? A iò capìi!"
- fece il camionista - "Adèesa a gh
pèins mè a sistemèer la facènnda!"
Andò nella cabina del camion e prese una catena di ferro
(ma c'ė chi narra addirittura che si trattasse di un cric), scese e si diresse
con decisione verso l’ostacolo umano e poi cominciò a frustare senza pietà il
povero sciagurato.
Poco dopo il camion ripartiva tranquillamente con la strada
sgombra😄😃!
Questa è la versione che gira
maggiormente a Carpi.
Ma ci sono altri preziosi contributi,
con varianti e precisazioni…
Renato
Cucconi (Carpi) afferma: “Con certezza il fatto
è vero per Carpi; successe nelle vicinanze dell'acquedotto, in prossimità
dell’attuale semaforo di via dei Cipressi (cimitero); bisogna tenere conto che
allora non c'era la tangenziale e che gli autocarri provenienti da Reggio,
dovevano per forza circolare sulla circonvallazione d'allora, che era per
appunto via dei Cipressi.”
G.
R. (Carpi): “Confermo il fatto in viale dei Cipressi.
Il camionista tornò con in mano il cric...
e al caapo al s è faat in là in
fuuga, primma èd ciapèer i...”
**
Chissà da dove nasceva questo tipo di atteggiamento? La
risposta che mi mi sono dato ò che probabilmente l’esempio fu da un qualche
film americano di teddy boys. Mi hanno anche detto che la cosa era stata
inventata dai ragazzi inglesi negli anni ’50.
Renato Cucconi: “Deriva dai film americàan, dell’epoca, che
generalmèint i gniiven dèe al Supercinema èd Gibertòun. A gh éera al
pavimèint èd lèggn e tutt a baater i pée, quàand a gh éera dal séeni èd
teddibòois. A gh éera quìi chi muntèeven su e i entrèeven ind i personàag’ al
puunt da fèer la pèert aanch fóora dal cìnema. Mò a la fiin, quèll t èe cuntèe,
l è stèe un epiṡòodi
ridiccol! Maavro, te l cgnuss al tiip!”
**
Ma la cosa però non finisce qui, storie
simili sono successe anche in comuni vicini e tutti i testimoni assicurano che
capitarono realmente.
Augusto
Montanari (Soliera) ricorda: “Io conoscevo la
stessa storia, ma si era svolta a Mirandola sulla strada Canaletto (MO – VR).
Me la raccontò un amico di Mortizzuolo che era presente. Il protagonista
dell’impresa, molto in auge anche allora, era il figlio di un facoltoso
magliaio del posto. Costui si sedette nel bel mezzo del Canaletto con posa da
capo indiano e, accesosi una sigaretta, stette lì muto in attesa. A parlare fu
il complice all'arrivo del nerboluto camionista; quest’ultimo chiese appunto
cosa fosse successo e questi ribatté: "Il capo fuma!" Ammutolito e spiacevolmente sorpreso, l’uomo
tornò in cabina e ingranò la prima e il
capo smise subito di essere tale e di fumare. Se non si fosse sbrigato a
scansarsi… le conseguenze sarebbero state serie!
Dunque una storia molto simile.”
Isa
Galantini (Novi) integra l’episodio, con una
terza versione: “Successe con le stesse modalità raccontate anche a Novi, ma il capo (quello che fumava) era appunto
di Novi e abita tuttora vicino a casa mia; ora è su una sedia a rotelle per
ictus, anche se non è tanto vecchio (65 o poco più). I fatti avvennero a metà
degli anni ’70 e l’episodio si chiuse quando quell'autotrasportatore
spazientito scese con la catena in mano…”
Un’ ulteriore testimonianza con varianti
la troviamo infine nel libro, uscito nel 2010, di Ermanno Guerzoni ”I Sanflisan di ultim sent ann” I Sanfeliciani negli ultimi 100 anni – Visti
dal basso.
Ecco la citazione dal libro:
Un incontro non programmato
- Siamo nei primi anni
Settanta. Alcuni giovani “bene” di Mirandola si divertivano a fare scherzi
tutti insieme a un loro coetaneo soprannominato Capinera. Un giorno fermarono
il traffico sulla strada del Mazzone, dicendo: “Fermi tutti, il capo fuma!”, poiché
il loro capo, sulla sua auto, doveva fumare e non voleva essere disturbato dal
rumore. Il caso volle che l’automobilista fermato fosse il nostro concittadino
Giovanni Luppi, ex granatiere e quindi un vero “armadio” di uomo. Egli chiese
chi fosse il capo, andò alla sua auto, lo prese fuori di forza e gli diede un
pugno da tramortirlo. Informatosi circa l’identità del padre, gli disse che se
si fosse lamentato di quanto successo, sarebbe andato da lui a spiegargli il
tutto. -
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