stesura iniziale 17-1-2010 V03 del 16-09-2014
La misstra Cintiṡmèina
(Agnese Bassoli)
di Mauro D’Orazi
Per
dire centesimo a Carpi, oltre a centéeṡim,
si usava anche il grazioso termine “centiṡmèin
(o centeṡmèin)” = centesimino,
dalla piccola dimensione della allora monetine di rame con la testa del Re. In
questo contesto possiamo ricordare la figura di una maestra elementare (la
sig.ina Agnese Bassoli) che insegnò a Carpi dagli anni ’30 in poi e che abitava
in Bevdéer, in via Battisti; una
donna benvoluta e di corporatura molto minuta, ma anche con seri problemi
cronici di salute; la leggenda racconta che era solita contare, con
caratteristico tintinnio, i soldini nel suo borsellino. Per questi motivi le fu
dato l’affettuoso soprannome di Misstra
Centeṡmèina (o Centiṡmèina, o Cintiṡmèina).
I suoi alunni avevano anche creato una filastrocca su di lei; ci sono pervenuti
da Gianfranco Imbeni solo questi frammenti:” La
Misstra Centeṡmèina
/ còn trii méeter èd bragunsèina/ ch la s dà in faacia la farèina … ” … La Maestra Centesimina/
con tre metri di antichi mutandoni/ che si dà in faccia del belletto bianco …
La misstra Centiṡmèina
(Agnese Bassoli)
Gilda Lugli (Carpi) ricorda: "La Centiṡmèina (Agnese
Bassoli) era una mia lontana parente. Era una donna molto colta e intelligente.
Viveva con due sorelle più giovani, tutte signorine; una si loro si chiamava
Maria. Andavo a far loro visita accompagnata da mio padre Arrigo. Agnese, mi
spaventava un po', perché il suo aspetto era un po' particolare. Aveva il viso
bianco di cipria e i capelli molto cotonati. Mi regalava libri bellissimi.
Le
sorelle Bassoli erano tutte basse di statura. Agnese, quando la mamma andava a
far loro visita, stava tutto il tempo in punta di piedi, perché aveva il
complesso dell'altezza. Mia madre era molto alta e lei non gradiva vedersela
davanti in piedi. Appena entrava in casa le diceva: - Fernanda, sei troppo
alta, accomodati a sedere! - "
Marco Giovanardi (Carpi): "Ooooh
la misstra Centiṡmèina! Che personaggio! A volte passava anche da viale De
Amicis. Era minuta e sempre vestita di nero, ma la sua caratteristica era che anche
nelle giornate di sole portava l'ombrello aperto. Sèmmper da pèr lée, mai vista a
ciacarèer cun nisùun.
E nuèeter ragasóo a gh ridiiven adrée
- Mò csa faa la? ée la maata?... cun l'umbrèela avèerta quaànd a n pióov mìa? Mà!!”
Gianni Manfredini (Carpi): ”Le sorelle Bassoli abitavano in Corso
Cabassi, angolo via XX Settembre, sopra il forno di Rossini.”
Gianna Pagliani (Carpi): "Negli anni '50 io me la ricordo
piccola, rotondina, sempre con l'ombrellino e la faccia bianchissima!”
Enrico Rancan (Carpi) ricorda: "La Cintiṡmèina era una nipote di una mia bisnonna. Era una delle
tante sorelle Bassoli, maestra, sarta, impiegata alle poste. Quando contava i
centesimi andava veloce come una macchinetta e per questo era detta Cintiṡmèina. Le Bassoli erano in tante:
Agnese, Roberta. Venusta, Aldrovanda, Cornelia, Maria (sarta), Giuseppina, e
Venusta (Nella). Poi c'erano anche i fratelli Odone e Romeo.”
Corrado Cattini (Carpi) ricorda che misstra Centiṡmèina è stata la sua maestra in 1^ elementare alle
Fanti nel lontano 1938. Era una brava una insegnante, ma era davvero un tipo
strano. Andava dietro alla lavagna per risistemarsi. Si aggiustava i mutandoni
che le arrivavano coi merletti a mezza gamba e poi prendeva una piccola trousse
e si incipriava il viso in modo molto evidente.
Alice Giovanardi (Carpi) - Sua madre Berni Maria era stata allieva dla la misstra Centiṡmèina. Nel 1927 la
maestra aveva insegnato ai suoi scolari questa poesia a memoria:
"C'è un omino sotto un fungo
ed il tempo gli par lungo.
Deve andare assai lontano e ad un tratto dice -Ohibò!-
quando mai arriverò?"
Pare
che l'omino fosse uno gnomo, ecco perché al
stèeva sòtta al funnṡ!
Durante
l'estate la maestra l'andava a trovare in campagna e con questo espediente
tornava sempre a casa con la sporta piena di frutta e verdure. Per il tragitto
sceglieva sempre fossati asciutti, perché pensava sempre di essere inseguita.
Usava sempre tre dita di cipria e, essendo di bassa stature, indossava un
cappello a tuba per rubare un po' nell'altezza.
Monetine da un centesimo del Regno, detto anche bugnìin.
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