venerdì 26 settembre 2014

La misstra Centiṡmèina - la maestra Centesmina - Mauro D'Orazi dialetto carpigiano - Carpi



stesura iniziale 17-1-2010                                      V03 del 16-09-2014
La misstra Cintiṡmèina
(Agnese Bassoli)
                                                                 di Mauro D’Orazi


Per dire centesimo a Carpi, oltre a centéeṡim, si usava anche il grazioso termine “centiṡmèin (o centeṡmèin)” = centesimino, dalla piccola dimensione della allora monetine di rame con la testa del Re. In questo contesto possiamo ricordare la figura di una maestra elementare (la sig.ina Agnese Bassoli) che insegnò a Carpi dagli anni ’30 in poi e che abitava in Bevdéer, in via Battisti; una donna benvoluta e di corporatura molto minuta, ma anche con seri problemi cronici di salute; la leggenda racconta che era solita contare, con caratteristico tintinnio, i soldini nel suo borsellino. Per questi motivi le fu dato l’affettuoso soprannome di Misstra Centeṡmèina (o Centiṡmèina, o Cintiṡmèina). I suoi alunni avevano anche creato una filastrocca su di lei; ci sono pervenuti da Gianfranco Imbeni solo questi frammenti:” La Misstra Centeṡmèina / còn trii méeter èd bragunsèina/ ch la s dà in faacia la farèina … ” … La Maestra Centesimina/ con tre metri di antichi mutandoni/ che si dà in faccia del belletto bianco …

La misstra Centiṡmèina (Agnese Bassoli)

Gilda Lugli (Carpi) ricorda: "La Centiṡmèina (Agnese Bassoli) era una mia lontana parente. Era una donna molto colta e intelligente. Viveva con due sorelle più giovani, tutte signorine; una si loro si chiamava Maria. Andavo a far loro visita accompagnata da mio padre Arrigo. Agnese, mi spaventava un po', perché il suo aspetto era un po' particolare. Aveva il viso bianco di cipria e i capelli molto cotonati. Mi regalava libri bellissimi.
Le sorelle Bassoli erano tutte basse di statura. Agnese, quando la mamma andava a far loro visita, stava tutto il tempo in punta di piedi, perché aveva il complesso dell'altezza. Mia madre era molto alta e lei non gradiva vedersela davanti in piedi. Appena entrava in casa le diceva: - Fernanda, sei troppo alta, accomodati a sedere! - "

Marco Giovanardi (Carpi): "Ooooh la misstra Centiṡmèina! Che personaggio! A volte passava anche da viale De Amicis. Era minuta e sempre vestita di nero, ma la sua caratteristica era che anche nelle giornate di sole portava l'ombrello aperto. Sèmmper da pèr lée, mai vista a ciacarèer cun nisùun.
E nuèeter ragasóo a gh ridiiven adrée - Mò csa faa la? ée la maata?... cun l'umbrèela avèerta quaànd a n pióov mìa? Mà!!

Gianni Manfredini (Carpi): ”Le sorelle Bassoli abitavano in Corso Cabassi, angolo via XX Settembre, sopra il forno di Rossini.”

Gianna Pagliani (Carpi): "Negli anni '50 io me la ricordo piccola, rotondina, sempre con l'ombrellino e la faccia bianchissima!”

Enrico Rancan (Carpi) ricorda: "La Cintiṡmèina era una nipote di una mia bisnonna. Era una delle tante sorelle Bassoli, maestra, sarta, impiegata alle poste. Quando contava i centesimi andava veloce come una macchinetta e per questo era detta Cintiṡmèina. Le Bassoli erano in tante: Agnese, Roberta. Venusta, Aldrovanda, Cornelia, Maria (sarta), Giuseppina, e Venusta (Nella). Poi c'erano anche i fratelli Odone e Romeo.”

Corrado Cattini (Carpi) ricorda che misstra Centiṡmèina è stata la sua maestra in 1^ elementare alle Fanti nel lontano 1938. Era una brava una insegnante, ma era davvero un tipo strano. Andava dietro alla lavagna per risistemarsi. Si aggiustava i mutandoni che le arrivavano coi merletti a mezza gamba e poi prendeva una piccola trousse e si incipriava il viso in modo molto evidente.


Alice Giovanardi (Carpi) - Sua madre Berni Maria era stata allieva dla la misstra Centiṡmèina. Nel 1927 la maestra aveva insegnato ai suoi scolari questa poesia a memoria:
"C'è un omino sotto un fungo
ed il tempo gli par lungo.
Deve andare assai lontano e ad un tratto dice -Ohibò!-
quando mai arriverò?"
Pare che l'omino fosse uno gnomo, ecco perché al stèeva sòtta al funnṡ!
Durante l'estate la maestra l'andava a trovare in campagna e con questo espediente tornava sempre a casa con la sporta piena di frutta e verdure. Per il tragitto sceglieva sempre fossati asciutti, perché pensava sempre di essere inseguita. Usava sempre tre dita di cipria e, essendo di bassa stature, indossava un cappello a tuba per rubare un po' nell'altezza.


Descrizione: 1601150_10202484569986952_857960341_n
Monetine da un centesimo del Regno, detto anche bugnìin.

Nessun commento:

Posta un commento

grazie