Al nolègg’
(Il noleggio)
di Mauro D’Orazi
testo iniziale 30-08-2012 v24
del 13-10-2012
Nel
dopo guerra e, in particolare, negli
anni ’50 si diffuse anche a Carpi la pratica del noleggio di scooter, moto e
auto.
Carlo
Alberto Parmeggiani ricorda che il mercato delle moto a noleggio era allora
fiorente, visto che dava modo, a chi era a corto di quattrini, di
passarsi una bella domenica d'estate
in giro per il lago o la montagna a cavallo di una moto e con la fidanzata per
il costo suppergiù di un paio di giornate di lavoro.
Il
fenomeno durò fino agli anni ’60 per poi lentamente scomparire, grazie al boom
e al forte miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, che
permise un diffuso aumento di acquisti personali di mezzi a motore.
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Nelle
curiose foto che seguono vediamo un singolare tentativo di convertire una
bottega di maniscalco (Lamberto Martinelli) in Piazzale Ramazzini in un punto
di noleggio e manutenzione di moto.
Questo
tentativo ebbe però breve durata, fino al 1953.
Personalmente
ricordo con piacere una domenica
mattina di giugno, penso del ’57, quando mio padre arrivò con una Fiat
Giardinetta, presa a noleggio da Abele Luppi (biciclista di Corso Fanti, presso
il Voltone) e andammo con mia madre sul Lago di Garda.
Fiat Giardinetta
Quella
volta mio padre prese in affitto anche una piccola macchina fotografica a
soffietto per immortalare l’evento.
Partimmo
felici, io nel sedile davanti per attenuare i problemi di mal d’auto,
regolarmente muniti di panini, frutta e thermos col tè.
Macchina fotografica a soffietto e thermos vintage
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Luciana
Tosi ha bene in mente quando i suoi presero l'auto a noleggio con l'autista per
andare a un matrimonio a Bologna. Era il 1953 e Bologna si presentò enorme ai
suoi occhi. Quante rotaie e il treno passava sotto ... Incredibile!
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Mariella
Bellintani rammenta che nel 1963 in via Curzio Arletti, una stradina vicino a
Corso Roma dove abitava, c'era un certo Sacchetti (che poi andò in via S.
Santi, la strada a lato della carrozzeria Ariani) che dava a noleggio le
automobili. Con i soldi degli straordinari guadagnati al sabato pomeriggio
prendeva a noleggio un’auto e scorazzava per due o tre ore, in base alle lire
che aveva a disposizione. Allora naturalmente non possedeva l'automobile, ma
erano gran bei tempi.
William
Lugli ha in mente che in un sèert perìod
a s catèeva a nòol ’na MG spider (per un certo periodo si poteva trovare a
nolo una MG inglese). Lui era troppo piccolo, ma un sò amìigh più graand l andèeva via cun ’n èeter ancòrra più
graand ch al gh iiva la patèint (ma un suo amico più grande andava via con
un altro ancora più grande, che aveva la patente). Prendevano la macchina per
una domenica pomeriggio, ma siccome i soldi erano pochi facevano pochi
chilometri. Si divertivano però a fermarsi davanti a un bar affollato, scendere
e aprire il cofano così da scoperchiare gran parte del motore. Poi uno dentro
la macchina sgasava e l'altro auscultava con fare da esperto il motore, poi
scuotendo la testa diceva: "A t l
iiva ditt che cal ṡiglóor ché a nn andèeva mìa bèin! (Te l’avevo dello che
questo getto del carburatore non andava bene!)"
Ovviamente
la platea del bar osservava a bocca aperta la scenetta.
Renato
Cucconi quando voleva fare bella figura andava da Scachetti, perché aveva un
bel parco macchine. C’erano, tra le altre a disposizione, la Fiat 1100 cun al còvvi lunnghi a duu culóor (con
le code lunghe a due colori) e la FIAT 1300, detta fanalòun, cun al caambi al volàant e ch l’éera ’na gràan maachina (detta
“fanalone”, per i sui ampi fari, con il cambio al volante, e che era un gran
bel mezzo).
Quàand te dgiiv ch la fèeva più di
sèint a l'óora, a sembréeva èd diir chisà còosa … (quando dicevi che faceva più di cento all’ora,
sembrava di dire una cosa eccezionale).
Anni ’60 - Le Fiat 1100 e 1300
Quando
si voleva andare a ballare cun al “fanalòun”,
bisognava prenotarlo con un certo anticipo per poterlo avere a disposizione.
Ciò consentiva di far vedere alle ragazze sempre la stessa auto e di
conseguenza far pensare che fosse davvero tua. Biṡgniiva fèer bèela figuura cun al balarèini. Ma prima o poi i gniiven a savéer la veritèe e che al
maasim te gh iiv ’na Lambrètta o ’na
Vèespa. Che deluṡiòun ... e s ciapèeva aanch di ciocapiàat, ma a n gh
éera èeter … (Bisognava fare bella figura con le ragazze che si
trovavano a ballare. Ma prima o poi la verità emergeva e si prendeva anche del
ciocca piatti, ma allora non c’erano molte alternative per tentare di cuccare).
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Un
noleggio del tutto particolare è menzionato da Mauro Magri. Dal 1946 in poi sul
lato sinistro scoperto, subito prima dell'inizio del portico di S. Nicolò,
c'era una bottega che noleggiava delle macchinine a pedali per bambini. Lui era
un utente assiduo. Il percorso era in salita e faticoso fino al giardino
davanti a S. Nicolò, ma la discesa poi compensava lo sforzo.
Non
si possono poi dimenticare negli anni ’60 le macchinine a noleggio che c'erano
al Parco, il guardiano col cappello da posteggiatore e la casetta con la cassa,
10 lire tre giri pista, con fermata alla fontanina per bere, anche se non avevi
sete
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Espedienti per pagar meno
I cosiddetti … arlòoi
Molti
e curiosi gli espedienti per cercare di pagare meno i noleggi, facendo
risultare un chilometraggio minore, ciò anche grazie ai contachilometri
meccanici di allora, a filo flessibile in trasmissione diretta, che
consentivano èd dèer gh indrée (darci
indietro).
Erminio
Ascari ricorda che era intorno al 1950 e abitava ancora a Budrione. Sulla
strada vide un signore intento a una strana operazione: stava spingendo la moto
in retromarcia. “Notando la stramberia della cosa allora io e il mio
amico, col quale stavo giocando, molto incuriositi gli chiedemmo il motivo. La
risposta fu che non aveva abbastanza soldi per pagarsi il noleggio del mezzo e
così andando in retromarcia si sarebbero (secondo lui) cancellati i chilometri
ed avrebbe pagato di meno. A posteriori imparai poi che i chilometri indietro,
di solito, non si cancellano”. Chissà come andò a finire quella volta?
In ogni caso avrebbe meritato uno sconto solo per l'improba fatica fatta? Come andò a finire? Forse avrebbe meritato
lo sconto solo per la distanza percorsa a piedi.
Parmeggiani
annota che negli anni ‘60 i giovanotti di allora dell'Armagni o del Dorando,
appena patentati e a corto di sostanze, erano soliti affittare la domenica
mattina auto perlopiù sportive dal noleggiatore vicino alla stazione dei treni.
L'auto più gettonata era una Triumph Spitfire 1300 cc.
Triumph Spitfire 1300 cc
Un’elegante
spyderina bianca che ne vide di tutti colori; poco dopo essere partiti si
staccava il flessibile del conta chilometri per poi riattaccarlo poco prima di
tornare. Oppure, prima di riconsegnarla a tarda sera si innestava il flessibile
nel mandrino di un trapano a mano per farlo andare all'indietro e così gabbare
di non poche lire l'esoso noleggiatore. Che poi costui, però, si fece furbo e
piombò l'innesto del flessibile con il contagiri.
William
Lugli, quando sottraeva di nascosto la Lambretta dello zio per fare qualche
giro, si limitava a staccare momentaneamente il filo del contachilometri.
Graziano
Forghieri ricorda che alla fine degli anni ’50, fra i tanti noleggiatori, c’era
anche Pgnàata (Pignatti) che in una budghìina vicino alla Cagnóola, dopo il Molino Verrini, dava
in affitto delle moto MiVal.
I
ragazzi al sabato i tuliiven al mòoto a
nòol (prendevano le moto a nolo) per andare al ballare alla sera a
Correggio o in altri posti in zona.
“Turnèe prèesti! A m arcmàand! Primma èd
meṡanòot … ch a vóoi andèer a lèet! (Tornate presto prima di mezzanotte,
perché voglio andare a letto.
“Al stàaga tranquìll!” Difàati i turnèeven a trée óor èd nòot.(Stia
tranquillo! - Di fatti tornavano regolarmente alle tre).
Pignatti
quella notte arrivò giù in vestaglia brontolando; erano arrivati quattro ragazzi
con due moto. Prese il suo quadernino a quadretti dove annotava le targhe e la
cifra dei chilometri di partenza per confrontarli con quelli di arrivo, fare la
sottrazione e calcolare la tariffa da pagare.
Segnò
la cifra appena letta, sotto quella scritta in precedenza, fece la sottrazione
… ma … c’era qualcosa che non andava: il risultato era NEGATIVO. Meno
chilometri di quando erano partiti.
“
óo ragàas … l è trée óor èd nòot … va
bèin tutt … ma ch a sìa mè a dvéer dèer v èn indrée … a m pèer un pòo tròop!!!!
(Cari i miei ragazzi, è tardi, va bene tutto, ma che sia io a dovervi dare
indietro dei soldi … mi pare vieppiù eccessivo)”.
Quale
astuto trucco avevano escogitato i birbantelli?
Ritornati
a Carpi mettevano le due moto sul cavalletto, una davanti all’altra, facevano
girare la ruota dietro di una moto in aderenza con la gomma davanti dell’altra
(tenuta sollevata) che naturalmente andava all’indietro, trascinando al
decrescere anche il contachilometri.
Solo
che quella volta avevano esagerato.
Finale davvero divertente e non c'è che dire! Molta parte del
genio della carpigianità stava tutta e sta ancora nel fregare il prossimo,
talvolta esagerando fino a rasentare l'idiozia.
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grazie