Le collezioni di Mauro (Dorry)
Rispondo volentieri alla richiesta di Cecilia T , ricercatrice sincera e appassionata, amante delle cose del passato per divulgarle al presente e trasmetterle al futuro.
Rispondo volentieri alla richiesta di Cecilia T , ricercatrice sincera e appassionata, amante delle cose del passato per divulgarle al presente e trasmetterle al futuro.
Testo iniziale 7-12-2013 V04 dell’8-12-2013
Io
sono sempre stato collezionista di qualcosa; avrei voluto sostanzialmente
esserlo di splendide ragazze, ma non sempre le cose sono andate nel verso
sperato; anche le belle e potenti auto mi hanno sempre fatto sognare, ma
occorrevano adeguate possibilità economiche. Niente da fare !
Il sogno di Dorry - in Piazza con la Jaguar di Diabolik (anche se era nera)
davanti al Caffè Teatro a Carpi
A m in
suun faata ’na ragiòun (me ne sono fatta una ragione). Così freudianamente, citando il librettista Da Ponte nel Così fan
tutte di Mozart “Non può quel che vuole, potrà quel che può!”, ho dedicato
la mia attenzione a raccolte più agevoli che consentivano il raggiungimento di più
concreti risultati: biglie colorate, figurine, francobolli, monete, giornalini,
coperchini, trenini esclusivamente RivaRossi, dischi dei Beatles, ecc … Sì sa,
noi maschi siamo eterni bambinoni.
Ho
raccolto cose anche banali, che poi nel corso degli anni ho lasciato via via per
nuove e sempre più eccitanti mete. Lasciate, ma non dimenticate, perché mi sono
servite per accresce il mio “bagaglio” di conoscenze ad ampio spettro (come gli
antibiotici).
Così
nel 2009, su suggerimento di mia moglie (un pezzo unico fuori collezione), mi
sono detto, perché non mettere giù frasi e modi di dire del nostro dialetto,
della nostra cultura. Ho agito senza stupidi campanilismi, perché nel dialetto
NESSUNO ha la verità in mano. Così piano piano ho cominciato a scrivere, non mi
sono più fermato e sono stato addirittura travolto da questa nuova passione. Ho
pubblicato su giornali, settimanali, mensili e libri ricerche (ormai centinaia)
sulle più svariate cose: matrimonio, soldi, neve, pane, maiale, vino, nomi e
soprannomi, biciclette, motorini, giochi di una volta, ecc…
Conosciuto
tante persone meravigliose e generose, in particolare Anna Maria Ori e Graziano
Malagoli, autori del Dizionario di carpigiano (2011) che mi hanno aiutato a
sgrezzare la mia grafia del dialetto, impresa ardua…
E
a Florio Magnanini, direttore di VOCE di Carpi, che si è attentato a
pubblicarmi per la prima volta.
Tutta
questa premessa per arrivare al fatto che contemporaneamente allo scritto,
curavo anche la raccolta di immagini di Carpi e dintorni: foto vecchie dalla
fine del 1800 in poi.
Già
io ne avevo parecchie (lastre e foto), essendo fortunato e riconoscente erede
del grande localista carpigiano Don Ettore Tirelli; ma il grosso è arrivato con
internet.
Abbiamo
fondato su Facebook un gruppo che si chiama “Conosci il dialetto carpigiano” e
ormai siamo il 1.800 aderenti.
Il gruppo si autodefinisce come composto da persone appassionate
e impegnate per la tutela della "carpigianità" nel mondo, del suo
dialetto, dei suoi prodotti locali e di tutto ciò che provenga da Carpi e dalle
zone limitrofe. Si afferma poi “Non siamo stupidi campanilisti o fanatici
localisti, anzi, siamo aperti al confronto con gli amici delle zone vicine per
conoscere e scambiarci varianti e differenze. Ci premono le tradizioni, il dialetto
ed i modi di dire delle nostre zone, perché NON scompaiano, ma vengano raccolti
e tramandati. Nessuno ha la verità in tasca e il confronto nelle diversità
(anche piccole) aiuta ad approfondire i temi delle nostre parlate e della
nostra cultura.”
In
quella sede virtuale c’è un continuo confronto corale sui modi di dire del
dialetto, ma si mettono su anche tantissime foto; si discute su esse e
quando non si hanno dati, come tanti piccoli Sherlock Holmes, si indaga, si
scoprono cose, ci si confronta e quasi sempre si arriva con buona precisione
alla data, al luogo (spesso oggi massacrato da un’edilizia irrispettosa e
oscena), ai nomi delle persone, ai “Ohh, ma è mio nonno!” “A gh è mé mèeder!”, ai “Mè a
stèeva lè finn a déeṡ aan!”, ai “Guarda! C’ero anche io!”.
La
gente si sente coinvolta con entusiasmo e scava, scava… Anche solo po’ nella
leggera sabbia depositata da un tempo, non ancora lontano. Così ri-trova cose meravigliose, che subito
è felicissima di condividere: “Anche la nostra famiglia ha fatto e
contribuito alla storia di Carpi!”
Di
fronte a una foto di Carpi del genere (Porta Mantova), come si fa a non
dire:”Ooh, ma che meraviglia!” …Calarti DENTRO alla foto a cercare di parlare
con queste persone (tutte tutte tutte scomparse) per chiedere loro chi erano,
cosa facevano, come era la loro vita, che dialetto parlavano, certo differente
e ben più ricco del nostro attuale. Ripensare a un passato che affascina. Ma la
gioia si mischia all’angoscia del tempo che macina inesorabile ogni cosa. Ma
per fortuna … ci sono gli archivisti… come la nostra Cecilia, ci sono i
collezionisti… Viene da pensare, che almeno queste persone salvano cose
importanti da trasmettere alla generazioni future.
A
Carpi fino a pochi anni fa c’era solo un pugno di collezionisti di nostre foto
antiche; a costoro vanno tanti meriti, però tenevano le loro cose gelosamente, per
se stessi; era difficile che condividessero.
Oggi
le cose sono ben diverse, se qualcuno pensa di avere chissà quale valore in
casa da non mostrare, da tenere ottusamente nascosto, IMMEDIATAMENTE su
Facebook gli pubblico a dispetto le foto, che quasi sempre ho già o che
comunque prima o poi avrò. Così il “mercato” si calmiera… subito.
Ormai
nelle mie cartelle di Facebook sono state messe ben 45 mila foto di Carpi e
dintorni. Dal 1840 in poi, suddivise per cartelle e tematiche.
Giuro!
Non passa settimana, che qualcuno, anche sconosciuto, mi porti foto, vecchi
libri e riviste di Carpi una volta. Io ringrazio e raccolgo tutto, scannerizzo
e diffondo, senza pietà alcuna, sulla rete. Questo cose devono essere di tutti,
altrimenti a che servono? Ma c’è un problema ed è che spesso accompagno il dono
con la frase:
“A i daagh a lò, perché a mé fióol i n gh
interèesen mìa!”
Maha!?
Carpi,
07-12-2013
Mauro D’Orazi
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