Ciacaròmm un pòo èd tòmmbola v06
Parliamo un po’ di tombola di MAURO D’ORAZI - dic 2023
Sapete come nasce la tombola? Nasce a Napoli per un divieto!
Il popolo napoletano posto davanti a un divieto cerca sempre il modo per aggirare l’ostacolo
Siamo nel 1734 sul trono di Napoli siede Carlo III di Borbone che ha un confessore spirituale il pedante domenicano padre Gregorio Rocco. I dominicani a quel tempo erano molto potenti, erano gli infami che gestivano la Santa Inquisizione e che avevano ad esempio mandato al rogo streghe e personaggi come Giordano Bruno.
Il re vuole legalizzare il lotto, cosa che avrebbe portato forti proventi alle bisognose casse dello Stato, ma nella sua costante battaglia contro i vizi del popolo napoletano padre Rocco consiglia a sua maestà di non farlo:
“Il popolo napoletano sta sempre a giocare al lotto! Questa l’illusione del facile arricchimento per il gioco distrae il napoletano dalla necessaria contrizione per attendere il Natale; perlomeno prima del 25 dicembre … nell’Avvento sospendiamo il bancolotto pubblico!!”
Il cattolicissimo Carlo di Borbone ascolta il consiglio del suo confessore spirituale e così si raggiunge un compromesso. Il lotto sarà ammesso, ma prima di Natale, nel periodo dell’Avvento, non si potrà giocare!
Ma secondo voi il vivace popolo napoletano si poteva sottomettere a un divieto? Impossibile! E così qualcuno geniale del popolo crea un lotto domestico; si fanno tabellone e cartelle, si prendono dei rametti, si tagliano a dischetto e ci si scrivono i numeri. Si mettono questi 90 numeri all’interno di un cilindro di juta che somigliava proprio al cilindro di juta dove si lavorava al tombolo (che uno strumento e un’arte per realizzare raffinati pizzi, merletti e ricami).
Per questo motivo il gioco avrà questo nome curioso … in effetti alquanto strano … tombola!
Ma il gioco, come abbiamo visto, era vietato in alcuni periodi dell’anno e allora nella Napoli più silenziosa di allora gridare i numeri nel vicoletto sarebbe stato troppo pericoloso; magari sentivano le guardie del re che potevano arrivare e arrestare tutti quanti. Ecco allora il secondo colpo di genio del sagace popolo napoletano: invece di strillare i numeri cominciarono a gridare dei significati corrispondenti. Si diceva Natale, ma sappiamo tutti che era il 25 o Sole che era l’uno che poi diventò l’Italia, ecc…
Si inventò una stretta associazione fra numero e un detto, un significato. Nasceva la smorfia napoletana che tutti conosciamo.
La storia non finisce qui; il gioco si diffonde in Italia e praticamente ogni città crea nel proprio dialetto una sua smorfia locale; le varianti sono infinite. Per il dialetto carpigiano ne ho trovate parecchie che sentirete durante l’estrazione.
Ma c’è di più! Un’ultima curiosità! Gli emigranti napoletani a Chicago erano lontani dalla patria, ma volevano praticare il tipico gioco della terra natia, soprattutto prima di Natale e allora nel nome ci misero dentro pure l’inglese.
Fu determinante l’uso dei fagioli secchi sulle cartelle per segnare i numeri estratti. Il fagiolo in americano si dice BEAN [bin] … bin game … BINGO! Vedete come si va lontano con le cose del mondo.
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Vediamo un po’ che succede a Carpi con la tombola; anche da noi è un classico gioco familiare del periodo natalizio.
In termini in dialetto sono tòmmbola, cartlòun, cartlèeli, balètti, fasóo per cuacèer i nummer.
Quando qualcuno attende con impazienza l'uscita di numeri ritardatari, si possono udire queste intimazioni accorate: “Scuàasa! Meṡṡda! Ṡmeṡṡda! Miss-cia! al balètti” Scuoti! Mescola! Mischia! Rivolte a chi estrae le ballette coi 90 numeri dall’apposito sacchetto.Si sentono anche queste lamentazioni: “A n gh l ò mìa!”– “Al ne gh è!”– “Gnaanch queschè!”– “Magaari!”– ecc…Ma anche urla di vittoria per ambo, tèeren, cinquìina e tòmmbola.
Stèer pèr uun… quando manca solo un numero per fare cinquina o tombola.
Classica tombola di Natale in una famiglia italiana
Tirèer su a tòmmbola… estrarre i numeri della tombola.
L’esclamazione: ”Tòmmbola!” “Fèer tòmmbola!” serve per commentare scherzosamente la riuscita di qualcosa o il verificarsi dell’esattezza di una previsione, o anche un bel colpo di fortuna.
Ma sempre: “Tòmmbola!” “Fèer tòmmbola” Può essere riferito a chi sta per fare una caduta rovinosa, un capitombolo; è una esclamazione scherzosa, che si usa quando cade qualcuno, specialmente un bambino.
L’è ‘na tòmmbola! Vuol dire che soluzione positiva di una certa questione è tutt’altro che sicura ed è legata più che altro alla fortuna.
Quando nel corso di una partita a carte, bigliardo, ecc… con posta in denaro non si gioca con la dovuta serietà o non presta attenzione, oppure quando non si è ancora definita con precisione la posta: “’Sa ṡughèmmia? I fasóo dla tòmmbola?” Cosa ci giochiamo? I fagioli della tombola? Che sono quelli che servono a coprire nelle cartelle i numeri già estratti, ma non valgono nulla.
Tòmmbola al cartlòun! Tombola al cartellone!
È un’esclamazione spesso usata in senso ironico. La si usa in senso figurato, quando in una compagnia di persone arriva l’ennesimo personaggio, di solito un tipo un po’ particolare, nel senso: “Ecco mancavi proprio solo per completare la compagnia!” – Oppure in una situazione già difficile, quando capita l’ennesimo imprevisto negativo, che rende irreversibile un disastro, che forse, fino a poco prima poteva forse essere anche rimediato.
In senso tecnico del gioco che significa chi estrae i numeri tiene anche il cartellone con sei cartelle da 15 numeri. Se si coprono tutti i numeri di una delle quindicine… vince.
Tòmmbola al cartlòun! Significa dunque vera e propria “Fine dei giochi”.
Quando in famiglia si giocava, voleva partecipare anche chi estraeva le palline e quindi si teneva al cartlòun.
Quando estraeva il numero con cui faceva tombola esclamava: “Tòmmbola al cartlòun! “Ovvero … fine dei giochi… i gh iin tutt! È rivèe l uultem! Te manchèev sóol tè!
Scuàas m el mò! Significa invece … Vai al diavolo!
Mò va a tirèer al balètti dla tòmmbola e pò scuàas m èl!
Curioso modo di mandare al diavolo qualcuno.
Ma vai a tirare a tirare le ballette della tombola e poi squassamelo!
A n fèedi mia di balutèin! Non fate degli imbrogli… nel gioco, negli accordi economici di più vario genere, in politica locale, ecc…
Ma chi era questo ballottino? Il nome ci viene da Venezia e indicava il fanciullo bendato che estraeva le ballotte coi nome dei nobili destinati a nominare il doge; il perché della accezione negativa è facilmente comprensibile.
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La tradizione vuole che l’annuncio del numero estratto venga accompagnato dalla citazione di una delle immagini della antica smorfia, che pur essendo napoletana, trova largo spazio, opportunamente tradotta, anche da noi; sono ammesse anche rime tradizionali e battute scontatissime. Ogni località ha i suoi detti legati a situazioni specifiche, a persone, a luoghi.Per Carpi al momento ho trovato circa solo un terzo dei 90 numeri nel nostro dialetto, per il resto mi sono avvalso della traduzione dei detti napoletani ufficiale; sarò lieto di integrare e modificare la lista con altri suggerimenti locali che vogliate farmi pervenire. Ecco l’elenco: 1 caap èd mill, padròun èd nisùun – l’Italia, al sóol
2 la putèina, la ragasóola3 la gaata4 al póorch5 la maan6 Quèlla ch la guèerda pèr tèera, la gnòoca, la vèecia (La Befaana)
7 al vèeṡ 8 la Madònna, asino cotto9 i fióo, la gatta fa le ove10 i fasóo11 i pilètt èd Tomeaasi, i peé èd Mundèeṡ (noto tabaccaio di Corso Fanti12 al suldèe13 Sant Antònni14 l imberièegh15 Al ragàas16 al cuul17 la disgraasia, la sfiiga18 al sanghèev19 la riduuda20 la fèssta21 la dònna nuuda22 al surèini23 al sèmm, al buuṡ dal cuul24 al guerdii, la vigilia èd Nadèel25 al Nadèel26 Sant’Ann(in)a - 26 luglio27 al bucalèin28 al tètti29 al pèeder di ragasòo - organo sessuale maschile30 al baali dal tenèint31 al padròun èd cà32 il capitone (sturtèina)33 i aan èd nòoster Sgnóor34 la tèesta35 l uṡèelèin
36 al castagnóoli (i petardi)37 al frèe38 al bastunèedi39 la còorda al còol
40 l’èernia inguinale41 al curtèel42 al cafèe43 dònna al balcòun, la braghèera44 la galéera45 al vèin bòun46 i sòold47 al mòort48 mòort ch al ciacaara49 al pèes èd chèerna50 al paan, la gallina canta51 al giardèin52 la maama53 al vèec’54 al capèel55 al gammbi èd chi òmm56 la bliṡghèeda57 al góob58 l imbròoi, al paach59 i péel, al ciuff60 al lamèint per al mèel, la pianglòun61 al casadóor62 al mòort cupèe63 la spóoṡa62 al mòort cupèe63 la spóosa64 la marsina, il frac65 al piànnt, la pianṡuuda66 al dóo putti 67 l’atto sessuale68 la suppa còota69 su e ṡò pèr … Cantaraana70 al palaas71 l òmm catiiv72 la meraviia, al stupòor73 l uspidèel
74 la gròota75 Pulcinella **76 la funtàana77 al gaambi dal dònni, al gaambi ‘d la Sambèela78 la bèela fióola, la putaana79 al lèeder80 la bòcca81 i fióor82 la tèevla parcèeda83 al tèimp catiiv84 la céeṡa85 l aanmi dal purgatóori86 la butéega87 i pióoc’88 al cuurvi dal dònni89 la vèecia90 la paùura. Bòuni balètti a tutt!
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