lunedì 23 settembre 2024

Il gioco della Tombola a Carpi - dialetto carpigiano - Mauro D'Orazi

 

Ciacaròmm un pòo èd tòmmbola v06
Parliamo un po’ di tombola di MAURO D’ORAZI  - dic 2023


Sapete come nasce la tombola? Nasce a Napoli per un divieto!

Il popolo napoletano posto davanti a un divieto cerca sempre il modo per aggirare l’ostacolo

Siamo nel 1734 sul trono di Napoli siede Carlo III di Borbone che ha un confessore spirituale il pedante domenicano padre Gregorio Rocco. I dominicani a quel tempo erano molto potenti, erano gli infami che gestivano la Santa Inquisizione e che avevano ad esempio mandato al rogo streghe e personaggi come Giordano Bruno.

Il re vuole legalizzare il lotto, cosa che avrebbe portato forti proventi alle bisognose casse dello Stato, ma nella sua costante battaglia contro i vizi del popolo napoletano padre Rocco consiglia a sua maestà di non farlo:

“Il popolo napoletano sta sempre a giocare al lotto! Questa l’illusione del facile arricchimento per il gioco distrae il napoletano dalla necessaria contrizione per attendere il Natale; perlomeno prima del 25 dicembre … nell’Avvento sospendiamo il bancolotto pubblico!!”

Il cattolicissimo Carlo di Borbone ascolta il consiglio del suo confessore spirituale e così si raggiunge un compromesso. Il lotto sarà ammesso, ma prima di Natale, nel periodo dell’Avvento, non si potrà giocare!

Ma secondo voi il vivace popolo napoletano si poteva sottomettere a un divieto? Impossibile! E così qualcuno geniale del popolo crea un lotto domestico; si fanno tabellone e cartelle, si prendono dei rametti, si tagliano a dischetto e ci si scrivono i numeri. Si mettono questi 90 numeri all’interno di un cilindro di juta che somigliava proprio al cilindro di juta dove si lavorava al tombolo (che uno strumento e un’arte per realizzare raffinati pizzi, merletti e ricami).

Per questo motivo il gioco avrà questo nome curioso … in effetti alquanto strano … tombola!

Ma il gioco, come abbiamo visto, era vietato in alcuni periodi dell’anno e allora nella Napoli più silenziosa di allora gridare i numeri nel vicoletto sarebbe stato troppo pericoloso; magari sentivano le guardie del re che potevano arrivare e arrestare tutti quanti. Ecco allora il secondo colpo di genio del sagace popolo napoletano: invece di strillare i numeri cominciarono a gridare dei significati corrispondenti. Si diceva Natale, ma sappiamo tutti che era il 25 o Sole che era l’uno che poi diventò l’Italia, ecc…

Si inventò una stretta associazione fra numero e un detto, un significato. Nasceva la smorfia napoletana che tutti conosciamo.

La storia non finisce qui; il gioco si diffonde in Italia e praticamente ogni città crea nel proprio dialetto una sua smorfia locale; le varianti sono infinite. Per il dialetto carpigiano ne ho trovate parecchie che sentirete durante l’estrazione.

Ma c’è di più! Un’ultima curiosità! Gli emigranti napoletani a Chicago erano lontani dalla patria, ma volevano praticare il tipico gioco della terra natia, soprattutto prima di Natale e allora nel nome ci misero dentro pure l’inglese.

Fu determinante l’uso dei fagioli secchi sulle cartelle per segnare i numeri estratti. Il fagiolo in americano si dice BEAN [bin] … bin game … BINGO! Vedete come si va lontano con le cose del mondo.

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Vediamo un po’ che succede a Carpi con la tombola; anche da noi è un classico gioco familiare del periodo natalizio.

In termini in dialetto sono tòmmbola, cartlòun, cartlèeli, balètti, fasóo per cuacèer i nummer.

Quando qualcuno attende con impazienza l'uscita di numeri ritardatari, si possono udire queste intimazioni accorate: “Scuàasa! Meṡṡda! Ṡmeṡṡda! Miss-cia! al balètti” Scuoti! Mescola! Mischia! Rivolte a chi estrae le ballette coi 90 numeri dall’apposito sacchetto.
Si sentono anche queste lamentazioni: “A n gh l ò mìa!”– “Al ne gh è!”– “Gnaanch queschè!”– “Magaari!”– ecc…
Ma anche urla di vittoria per ambo, tèeren, cinquìina e tòmmbola.
Stèer pèr uun… quando manca solo un numero per fare cinquina o tombola.
 

Classica tombola di Natale in una famiglia italiana
 

Tirèer su a tòmmbola… estrarre i numeri della tombola.

 

L’esclamazione: ”Tòmmbola!” “Fèer tòmmbola!” serve per commentare scherzosamente la riuscita di qualcosa o il verificarsi dell’esattezza di una previsione, o anche un bel colpo di fortuna.
Ma sempre: “Tòmmbola!” “Fèer tòmmbola” Può essere riferito a chi sta per fare una caduta rovinosa, un capitombolo; è una esclamazione scherzosa, che si usa quando cade qualcuno, specialmente un bambino.
L’è ‘na tòmmbola! Vuol dire che soluzione positiva di una certa questione è tutt’altro che sicura ed è legata più che altro alla fortuna.
 
Quando nel corso di una partita a carte, bigliardo, ecc… con posta in denaro non si gioca con la dovuta serietà o non presta attenzione, oppure quando non si è ancora definita con precisione la posta: “’Sa ṡughèmmia? I fasóo dla tòmmbola?” Cosa ci giochiamo? I fagioli della tombola? Che sono quelli che servono a coprire nelle cartelle i numeri già estratti, ma non valgono nulla.

 

Tòmmbola al cartlòun! Tombola al cartellone!

 


 

È un’esclamazione spesso usata in senso ironico. La si usa in senso figurato, quando in una compagnia di persone arriva l’ennesimo personaggio, di solito un tipo un po’ particolare, nel senso: “Ecco mancavi proprio solo per completare la compagnia!” – Oppure in una situazione già difficile, quando capita l’ennesimo imprevisto negativo, che rende irreversibile un disastro, che forse, fino a poco prima poteva forse essere anche rimediato.

In senso tecnico del gioco che significa chi estrae i numeri tiene anche il cartellone con sei cartelle da 15 numeri. Se si coprono tutti i numeri di una delle quindicine… vince.

Tòmmbola al cartlòun! Significa dunque vera e propria “Fine dei giochi”.

Quando in famiglia si giocava, voleva partecipare anche chi estraeva le palline e quindi si teneva al cartlòun.

Quando estraeva il numero con cui faceva tombola esclamava: “Tòmmbola al cartlòun! “Ovvero … fine dei giochi… i gh iin tutt! È rivèe l uultem! Te manchèev sóol tè!

 

Scuàas m el mò! Significa invece … Vai al diavolo!

Mò va a tirèer al balètti dla tòmmbola e pò scuàas m èl!

Curioso modo di mandare al diavolo qualcuno.

Ma vai a tirare a tirare le ballette della tombola e poi squassamelo!

 

A n fèedi mia di balutèin! Non fate degli imbrogli… nel gioco, negli accordi economici di più vario genere, in politica locale, ecc…

Ma chi era questo ballottino? Il nome ci viene da Venezia e indicava il fanciullo bendato che estraeva le ballotte coi nome dei nobili destinati a nominare il doge; il perché della accezione negativa è facilmente comprensibile.

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La tradizione vuole che l’annuncio del numero estratto venga accompagnato dalla citazione di una delle immagini della antica smorfia, che pur essendo napoletana, trova largo spazio, opportunamente tradotta, anche da noi; sono ammesse anche rime tradizionali e battute scontatissime. Ogni località ha i suoi detti legati a situazioni specifiche, a persone, a luoghi.
Per Carpi al momento ho trovato circa solo un terzo dei 90 numeri nel nostro dialetto, per il resto mi sono avvalso della traduzione dei detti napoletani ufficiale; sarò lieto di integrare e modificare la lista con altri suggerimenti locali che vogliate farmi pervenire.
 
Ecco l’elenco:
 
1 caap èd mill, padròun èd nisùun – l’Italia, al sóol
2 la putèina, la ragasóola
3 la gaata
4 al póorch
5 la maan
6 Quèlla ch la guèerda pèr tèera, la gnòoca, la vèecia (La Befaana)
7 al vèeṡ 
8 la Madònna, asino cotto
9 i fióo, la gatta fa le ove
10 i fasóo
11 i pilètt èd Tomeaasi, i peé èd Mundèeṡ (noto tabaccaio di Corso Fanti
12 al suldèe
13 Sant Antònni
14 l imberièegh
15 Al ragàas
16 al cuul
17 la disgraasia, la sfiiga
18 al sanghèev
19 la riduuda
20 la fèssta
21 la dònna nuuda
22 al surèini
23 al sèmm, al buuṡ dal cuul
24 al guerdii, la vigilia èd Nadèel
25 al Nadèel
26 Sant’Ann(in)a - 26 luglio
27 al bucalèin
28 al tètti
29 al pèeder di ragasòo - organo sessuale maschile
30 al baali dal tenèint
31 al padròun èd cà
32 il capitone (sturtèina)
33 i aan èd nòoster Sgnóor
34 la tèesta
35 l uṡèelèin
36 al castagnóoli (i petardi)
37 al frèe
38 al bastunèedi
39 la còorda al còol
40 l’èernia inguinale
41 al curtèel
42 al cafèe
43 dònna al balcòun, la braghèera
44 la galéera
45 al vèin bòun
46 i sòold
47 al mòort
48 mòort ch al ciacaara
49 al pèes èd chèerna
50 al paan, la gallina canta
51 al giardèin
52 la maama
53 al vèec’
54 al capèel
55 al gammbi èd chi òmm
56 la bliṡghèeda
57 al góob
58 l imbròoi, al paach
59 i péel, al ciuff
60 al lamèint per al mèel, la pianglòun
61 al casadóor
62 al mòort cupèe
63 la spóoṡa
62 al mòort cupèe
63 la spóosa
64 la marsina, il frac
65 al piànnt, la pianṡuuda
66 al dóo putti 
67 l’atto sessuale
68 la suppa còota
69 su e ṡò pèr … Cantaraana
70 al palaas
71 l òmm catiiv
72 la meraviia, al stupòor
73 l uspidèel
74 la gròota
75 Pulcinella **
76 la funtàana
77 al gaambi dal dònni, al gaambi ‘d la Sambèela
78 la bèela fióola, la putaana
79 al lèeder
80 la bòcca
81 i fióor
82 la tèevla parcèeda
83 al tèimp catiiv
84 la céeṡa
85 l aanmi dal purgatóori
86 la butéega
87 i pióoc’
88 al cuurvi dal dònni
89 la vèecia
90 la paùura.
 
Bòuni balètti a tutt!

 

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