Lo specchio di Dionisio. SPECULUM VITAE
Ognuno ha la propria legittima opinione e questo è un patrimonio indispensabile per l'umanità:
la libertà di pensiero e di coscienza e la diversità dei punti di vista.
lo specchio di Dionisio è andato in mille pezzi e ognuno di noi ne ha trovato un frammento.
Chi lo stringe forte nella mano, si taglia.
Chi lo unisce al frammento di un altro uomo o di un'altra donna, vedrà un altro pezzo della verità!
"La verità è uno specchio caduto dalle mani di Dio e andato in frantumi. Ognuno ne raccoglie un frammento e sostiene che lì è racchiusa tutta la verità." Rumi
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Fu contemplandosi nello specchio che Dioniso, secondo le tradizioni orfiche, si frantumò del tutto, subì una lacerazione che lo riportava al caos e gli consentiva di plasmare la visione di un mondo diverso. È lo specchio che permette di riconoscere la propria identità, quanto di distruggerla per conquistarne un'altra.
È un mezzo per contemplare l'età dell'oro e per divinare. Tutti i mondi, esistenti o no, passano nello specchio, tutte le figure, reali o della mente, acquistano il corpo leggero dell'immagine riflessa. Lo specchio è infatti anche evocatore di presenze.
In una brocca, dal fondo riflettente, il novizio scorgeva per un attimo il proprio volto, al quale si sovrapponeva, per l'abile tecnica del sacerdote e del suo assistente di muovere la brocca insieme al sollevamento della maschera, il volto di Sileno. Era questi il sapiente precettore di Dioniso, custode della crudele certezza che la vita sia solo male per l'uomo.
La maschera di Sileno, riflessa nel fondo della brocca, rivela al novizio la terribile verità. L'angoscia che lo invade è rappresentata dalla figura dell'Atterrita che fugge allontanandosi dal luogo della rivelazione della maschera.
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Intraprendere lo stretto percorso dove la conoscenza è anche sapienza. Un itinerario che apre alla conoscenza è quello che conduce al «cuore della ragione», all'«interiorità fremente», il cui simbolo miracoloso è Dioniso: il dio di Eleusi e di Delfi che, nel mito, è divorato dai Titani, mentre, assorto, si contempla allo specchio e scorge non la sua immagine, ma l'mmagine del mondo. Dove tutto è fermo: la vita e il fondo della vita sono un dio che si guarda allo specchio.
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Uno specchio riflette la quarta parete della stanza e con essa i due uomini che là si trovano mostrandoci, in tal modo, ciò che mai avremmo potuto vedere. Ne consegue che lo specchio, in virtù della sua duplice essenza, intrattiene un rapporto privilegiato con la conoscenza, perché ci fa vedere l’invisibile, quella quarta parete, che non avremmo avuto modo di percepire altrimenti. Quando si parla di specchio, si parla di riflessione. parola che guarda caso significa anche pensare dentro se stessi. è per questo che davanti a uno specchio tante volte riusiamo a fare pensieri molto profondi.
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Lo specchio riflette solo il tempo presente??
Sono appassionato di cultura e dialetto delle ns zone - Carpi e la Carpigianità, Il dialetto e tutto ciò che viene da Carpi e zone vicine. Ho scritto vari libri le "Ruscaróola èd Chèerp " 1 - 2 e 3, "Scutmai" soprannomi di famiglia - "Ricordi a Carpi fra il 1953-45" e poi tanti articoli e ricerche. Non sono però uno stupido campanilista o un fanatico localista, ma aperto al confronto con amici e dialetti di zone vicine. la cultura, le tradizioni, il dialetto NON scompaiano dorry53@libero.it
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