sabato 12 novembre 2016

Il mistero della lapide scomparsa di Mauro D'Orazi - Carpi - dialetto carpigiano

Prima stesura 12-07-2016                                                      V09 del 19-10-2016

Il mistero della lapide scomparsa
di Mauro D’Orazi
si ringrazia Lucia Armentano per la preziosa consulenza

La lapide negli anni ‘90

Dal 1885 questa lapide faceva bella mostra di sé nei giardinetti; era presso l’angolo destro del retro del teatro, subito alla sinistra della seconda rampa.

La dislocazione della lapide

Giuseppe Rebuttini (industriale del truciolo) affidava alla fecondità dell’orto domestico… un carpine! Augurando a Carpi e al civico emblema… prosperi gli eventi!
Non male come auspicio e la nostra città ne ha certo beneficiato, soprattutto nel secondo dopo guerra, ma albero e lapide hanno invece avuto eventi e sorti tristissimi.
Il carpine ormai non c’era più da anni e nel 2004, io con Ada Menozzi, allora neo presidente del Consiglio Comunale e Anna Maria Ori, storica e esperta di “cose” locali, tentammo disperatamente di ridare il senso originario alla lapide, sollecitando la messa a dimora di un nuovo carpinello (simbolo del nostro glorioso Comune). NIET! Niente da fare, gli esperti del verde ci dissero che c’erano troppi alberi tutto intorno e che la piantina non avrebbe tenuto, causa mancanza di luce. Per me era una balla bella e buona, o una miserrima scusa; si poteva comunque tentare, considerata anche la spesa contenutissima. Ma non ci fu nulla da fare! Ed ebbi pure la chiara sensazione che ci prendessero per i fondelli con gran divertimento.

La lapide nel 2009
Poco tempo dopo (2009/10 ?) la lapide fu poi distrutta da mano ignobile di un essere mentecatto, che nella vita non potrà altro che aspirare alle più luride mansioni lavorative e che avrà dei figli bastardi come lui.
La cornice residua, dopo il vandalismo.

Poi è rimasta solo la povera cornice di ferro, che quando piove si trasforma in una piscinetta fangosa per cani. Ancor oggi è visibile nel suo squallore.

Peccato! Era una bella testimonianza a cui tanti prestavano curiosa attenzione.
**
Ma chi era questo Giuseppe Rebuttini?
Rebuttini Giuseppe è citato in Storia di Carpi. vol. III tomo I come consigliere comunale nelle elezioni del 1889 e viene ricordato come un protagonista del movimento cooperativo.

Ci sono alcuni dubbi e considerazioni da verificare. Infatti, riflettendo la cosa in sé non convince del tutto.
Rebuttini parla del suo giardino? Come fu possibile che potesse definire il giardino pubblico come “domestico”?

Mi mancano al momento dei pezzi di questa piccola storia per venirne a capo compiutamente: la data di morte del Rebuttini, il suo indirizzo di casa per verificare, se dove abitava c’era un giardino idoneo …
Il mistero è doppio. Future ricerche potranno chiarire questi dubbi.

A tale proposito ecco l’opinione di Luciana Nora, già responsabile della Sezione Etnografica del Museo di Carpi, nel 2009 scriveva ad Ada Menozzi, in quel momento Presidente del Consiglio Comunale, che le chiedeva chiarimenti circa la lapide in giardino, avendo l’intenzione (vana) di far ricollocare un carpine:
-Giuseppe Rebuttini è stato uno degli industriali del truciolo di Carpi fra i più illuminati dell’Ottocento; era amato dai suoi dipendenti e orientato a “sinistra”.
“Nel "Giornale e memorie economiche" di Alfredo Bertesi, del 29 novembre 1905 si legge: -Ho visitata stasera una splendida collezione di campionari di treccia della vecchia ditta Giuseppe Menotti, ora in mano agli Eredi Rebuttini, e questi ne chiedono 1.000 lire. Io ne ho esibito 500, vedremo come andrà. - Al primo dicembre sempre del 1905, veniva annotato: - Carlo Zanoli ha combinato cogli eredi Rebuttini per il campionario in lire 600. È una spesa grossa, ma è una bella spesa. Il campionario ha un valore storico/artistico straordinario. Lo vedremo all'esposizione di Milano 1906.-
È da notare che agli inizi del '900 gli industriali, ma anche i politici (l’on. Bertesi era un politico) avevano sicuramente maggiore consapevolezza e sensibilità rispetto a quanto si produceva a Carpi. La lunga tradizione documentabile era il migliore attestato di affidabilità e qualità. Per quanto attiene all'"Orto Domestico", credo si facesse riferimento al giardino del Castello. Orto può essere inteso come Orto, o giardino botanico. Crederei che la lapide vada senz'altro salvata, forse affiancata da una spiegazione sintetica e, chissà, sarebbe bello rimettere un carpine! –
**
 C’è da segnalare che in base a uno scritto di Policarpo Guaitoli del 1866 relativo allo stemma di Carpi e dei carpini esistenti nella nostra città si apprende che erano quasi scomparsi. La lapide di Rebuttini segnala la posa di un tale albero nel giardino. Giardino che dal 1859 si stava portando a compimento a corredo del nuovo Teatro comunale inaugurato nel 1861. Un bellissimo giardino realizzato da Carolus Susan, architetto ducale.
Nello scritto di Policarpo alla fine si trova questa frase: - … nel 1859 Carpi fu abbellita, unitamente al Teatro Nuovo di un elegante, anche se non esteso, giardino di proprietà del Comune. Si piantarono in esso diversi fusti di carpini, i quali, giova sperare, emuleranno in bellezza e ampiezza i loro predecessori.-

Giuseppe Rebuttini viene definito da Don Paolo Guaitoli industriale carpigiano del truciolo e da Alessandro Spinelli, autore di “Notizie sull’Arte del Truciolo a Carpi” come… - Egregio uomo che l’arte del truciolo elevò ad agiatezza, saputa nobilmente usare. Fu quel benefattore che piantò un albero di carpine e posò a ricordo la lapide. Carpine che la storiografia vuole essere l’albero su cui si posò il falcone di Re Astolfo. –
***
Ecco alcune tracce grafico-commerciali della sua ampia attività lavorativa, risalenti alla fine dell’Ottocento/ primi Novecento.
  


1900 ca il biglietto da visita

Nessun commento:

Posta un commento

grazie