Prima stesura 12-07-2016
V09 del
19-10-2016
Il mistero della
lapide scomparsa
di Mauro D’Orazi
si ringrazia Lucia Armentano per la preziosa consulenza
La lapide negli anni ‘90
Dal 1885 questa lapide faceva bella mostra di sé nei
giardinetti; era presso l’angolo destro del retro del teatro, subito alla
sinistra della seconda rampa.
La dislocazione della lapide
Giuseppe Rebuttini (industriale del truciolo)
affidava alla fecondità dell’orto domestico… un carpine! Augurando a Carpi e al
civico emblema… prosperi gli eventi!
Non male come auspicio e la nostra città ne ha certo
beneficiato, soprattutto nel secondo dopo guerra, ma albero e lapide hanno
invece avuto eventi e sorti tristissimi.
Il carpine ormai non c’era più da anni e nel 2004, io con
Ada Menozzi, allora neo presidente del Consiglio Comunale e Anna Maria Ori,
storica e esperta di “cose” locali, tentammo disperatamente di ridare il senso
originario alla lapide, sollecitando la messa a dimora di un nuovo carpinello
(simbolo del nostro glorioso Comune). NIET! Niente da fare, gli esperti del
verde ci dissero che c’erano troppi alberi tutto intorno e che la piantina non
avrebbe tenuto, causa mancanza di luce. Per me era una balla bella e buona, o
una miserrima scusa; si poteva comunque tentare, considerata anche la spesa
contenutissima. Ma non ci fu nulla da fare! Ed ebbi pure la chiara sensazione
che ci prendessero per i fondelli con gran divertimento.
La lapide nel 2009
Poco tempo dopo (2009/10 ?) la lapide fu poi distrutta da
mano ignobile di un essere mentecatto, che nella vita non potrà altro che
aspirare alle più luride mansioni lavorative e che avrà dei figli bastardi come
lui.
La cornice residua, dopo il
vandalismo.
Poi è rimasta solo la povera cornice di ferro, che quando
piove si trasforma in una piscinetta fangosa per cani. Ancor oggi è visibile
nel suo squallore.
Peccato! Era una bella testimonianza a cui tanti prestavano
curiosa attenzione.
**
Ma chi era
questo Giuseppe Rebuttini?
Rebuttini Giuseppe è citato in Storia di
Carpi. vol. III tomo I come consigliere comunale nelle elezioni del 1889 e
viene ricordato come un protagonista del movimento cooperativo.
Ci sono alcuni dubbi e
considerazioni da verificare. Infatti, riflettendo la cosa in sé non convince del
tutto.
Rebuttini parla del suo giardino? Come fu
possibile che potesse definire il giardino pubblico come “domestico”?
Mi mancano al momento dei pezzi di questa
piccola storia per venirne a capo compiutamente: la data di morte del
Rebuttini, il suo indirizzo di casa per verificare, se dove abitava c’era un
giardino idoneo …
Il mistero è doppio. Future ricerche potranno
chiarire questi dubbi.
A tale proposito ecco l’opinione di Luciana Nora, già responsabile della
Sezione Etnografica del Museo di Carpi, nel 2009 scriveva ad Ada Menozzi, in
quel momento Presidente del Consiglio Comunale, che le chiedeva chiarimenti
circa la lapide in giardino, avendo l’intenzione (vana) di far ricollocare un
carpine:
-Giuseppe Rebuttini è stato uno degli
industriali del truciolo di Carpi fra i più illuminati dell’Ottocento; era
amato dai suoi dipendenti e orientato a “sinistra”.
“Nel "Giornale e memorie economiche"
di Alfredo Bertesi, del 29 novembre 1905 si legge: -Ho visitata stasera una splendida collezione di campionari di treccia
della vecchia ditta Giuseppe Menotti, ora in mano agli Eredi Rebuttini, e
questi ne chiedono 1.000 lire. Io ne ho esibito 500, vedremo come andrà. -
Al primo dicembre sempre del 1905, veniva annotato: - Carlo Zanoli ha combinato cogli eredi Rebuttini per il campionario in
lire 600. È una spesa grossa, ma è una bella spesa. Il campionario ha un valore
storico/artistico straordinario. Lo vedremo all'esposizione di Milano 1906.-
È da notare che agli inizi del '900 gli
industriali, ma anche i politici (l’on. Bertesi era un politico) avevano
sicuramente maggiore consapevolezza e sensibilità rispetto a quanto si
produceva a Carpi. La lunga tradizione documentabile era il migliore attestato
di affidabilità e qualità. Per quanto attiene all'"Orto Domestico",
credo si facesse riferimento al giardino del Castello. Orto può essere inteso
come Orto, o giardino botanico. Crederei che la lapide vada senz'altro salvata,
forse affiancata da una spiegazione sintetica e, chissà, sarebbe bello
rimettere un carpine! –
**
C’è da
segnalare che in base a uno scritto di Policarpo Guaitoli del 1866 relativo
allo stemma di Carpi e dei carpini esistenti nella nostra città si apprende che
erano quasi scomparsi. La lapide di Rebuttini segnala la posa di un tale albero
nel giardino. Giardino che dal 1859 si stava portando a compimento a corredo
del nuovo Teatro comunale inaugurato nel 1861. Un bellissimo giardino
realizzato da Carolus Susan, architetto ducale.
Nello scritto di Policarpo alla fine si trova
questa frase: - … nel 1859 Carpi fu abbellita, unitamente al Teatro Nuovo di un
elegante, anche se non esteso, giardino di proprietà del Comune. Si piantarono
in esso diversi fusti di carpini, i quali, giova sperare, emuleranno in
bellezza e ampiezza i loro predecessori.-
Giuseppe Rebuttini viene definito da Don
Paolo Guaitoli industriale carpigiano del
truciolo e da Alessandro Spinelli, autore di “Notizie sull’Arte del
Truciolo a Carpi” come… - Egregio uomo
che l’arte del truciolo elevò ad agiatezza, saputa nobilmente usare. Fu quel benefattore che piantò un albero di
carpine e posò a ricordo la lapide. Carpine che la storiografia vuole essere
l’albero su cui si posò il falcone di Re Astolfo. –
***
Ecco alcune tracce grafico-commerciali
della sua ampia attività lavorativa, risalenti alla fine dell’Ottocento/ primi
Novecento.
1900 ca il biglietto da visita
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