sabato 12 novembre 2016

La Fontana dell’Americano viale Carducci - Carpi - Mauro D'Orazi dialetto carpigiano

Prima stesura 20-11-2013                               V04 del 23-10-2016

Fontana dell’Americano in viale Carducci
APPUNTI – Bozza
A cura di Mauro D’Orazi
avvertenza: come al solito mancano le foto - è estremamente complicato metterle in questo blog - non vanno in automatico

Uno dei miei (M D'Orazi) compiti era quello di andare a prendere un fiascone d'acqua ferruginosa a la funtanèina dl Americàan (alla fontanina dell’americano) in viale Carducci; per tale incombenza, non facilissima, utilizzavo uno sportone di paglia per il trasporto di una grossa boccia da tre litri; infatti l'acqua del rubinetto di Carpi (l’aaqua dal Sinndech) era ed è piena di calcio e non consente una buona cottura della buccia dei fagioli che resta coriacea; l'acqua ferruginosa della fontanina di viale Carducci invece consentiva una lessatura perfetta; la fontanina è stata assassinata dal Comune (come tante altre cose di pregio) negli anni '70; oggi dà al raro passante acqua normale dell’acquedotto. (Ma c’è ancora? Dubbio di AM)
Forse 1929 al nevòun in viale Carducci vista campanile sagra - dalla fontanina dell'americano
Mi sembra interessante soffermarmi un attimo sulla storia di questa fontanina. Ce la racconta in prima persona Mauro Magri, il nipote di chi la fece costruire.
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testimonianza di Mauro Magri -  agosto 2013
LA FONTANINA DELL'AMERICANO
Io sono nato in viale Carducci, nella casa chiamata dell'AMERICANO. L'americano era mio nonno paterno e che fece fare anche la famosa Fontanina. Lui era stato per 11 anni minatore in USA, a 1000 m. sotto terra e, tornato, si guadagnò questo soprannome.
Mio nonno paterno ritornò nel 1922 dagli Stati Uniti, dopo undici anni di duro lavoro in una miniera di carbone a 1000 metri sotto terra. Ogni mese inviava un bonifico del mensile a Roma, alla Banca d'Italia, che per il servizio di ricevimento della somma e trasferimento alla nostra famiglia a Carpi, si tratteneva i diritti di commissione di ben il 50%. Al ritorno riuscì comunque ad acquistare la casa in viale Carducci, che era stata costruita nel 1909 sulla fossa, che circondava “la murra”, che era al centro di quello che sarebbe divenuto il viale. Lì a 30 metri c'era anche la balera "SALONE CARDUCCI".

1920 ca viale Carducci con il Salone Carducci al centro della foto
Ecco una foto del Salone Carducci, ora non più esistente
Il circolo privato Salone Carducci fu poi tagliato nel mezzo e rimasero soltanto i casamenti dei due ingressi laterali

Il nonno acquistò tutto l'immobile e costruì tanti piccoli appartamenti a schiera a due piani con lo sbocco negli orticelli nel retrostante viale Nicolò Biondo. Davanti alla fila di case in tutto in viale Carducci c'erano tanti orti, uno per ogni casa, ora trasformati in tanti posti sosta per auto.
Il problema era l'acqua, che bisognava andarla a prendere pompandola dalle varie fontanelle sparse per la città.
Per ovviare a tale importante carenza, mio nonno fece pertanto perforare in proprio la fontana, arrivando giù fino a 175 metri.
Siccome però in tanti ogni giorno chiedevano di accedere all'acqua, lui tolse la rete di recinzione e la mise a disposizione della cittadinanza.
Si scendeva alcuni scalini e a poco più di un metro sotto il piano stradale c'era la pompa a mano.
Il Comune inviava poi al mattino e alla sera un addetto ad accendere e spegnere la pompa, quando si utilizzò un motorino elettrico al posto della leva manuale.
Fino alla sua morte, avvenuta nel 1968, il nonno ogni due anni faceva pulire i condotti della fontanina fino in profondità, a proprie spese. L'acqua era ferruginosa, lievemente torbida e rossastra e bevendola si percepiva distintamente il gusto del metallo disciolto. Non di rado i medici indirizzavano i pazienti a rifornirsi d'acqua per svariati scopi terapeutici. Tanti bar, ristoranti, da Correggio fino a Mirandola, la venivano a prendere a damigiane, per il fare caffè e cuocere i legumi. Infatti era denominata l'aaqua da cóoser i fasóo (l'acqua per cuoce i fagioli). Uscendo da casa mia, fra la fontanina a destra ed il primo albero a sinistra, c'era un'enorme vascone in cemento interrato. Siccome nei primi anni la fontana buttava continuamente, l'acqua prima di arrivare alla fogna, passava e manteneva pieno il vascone. I pompieri, che erano in viale Garagnani, riempivano le loro autocisterne e lì l'acqua non mancava mai. Quando il Comune creò nel viale un gran parcheggio (e i pompieri si erano trasferiti in viale Giovanni XXIII), invece di riempirlo di detriti, il vascone è stato sfondato. Ciò fece sì che a ogni consistente temporale, la cantine nei pressi a 2 metri di profondità si allagavano. Ho dovuto costruire un pozzo di raccolta in cantina e con due pompe di recupero, che inviano e scaricano l'acqua in viale Nicolò Biondo.
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Fiorella Urbini -  2-9-2013 A proposito della fontanina in viale Carducci ricorda bene che da bambina si fermava a bere un po’ di questa acqua definita "speciale".
Ricorda le donne che arrivavano lì con le loro brocche più o meno grandi da riempire. La mamma di Rosanna Candeli, sua ex cognata, la usava per innaffiare le sue piante che crescevano sempre molto rigogliose. La gh ìiva 'na bèela pasìnsia!!! 
Carpi, Piazza Garibaldi o Piazzetta. Foto inizio secolo, cartolina viaggiata 1919.

Il timbro postale è del 1919, ma la foto è certo di prima della 1^ GM, come si vede dall’abito delle donne - in fondo in fondo si intravede il cavallo in piazza, quindi siamo dopo il 1903 - notare le due guardie con la sciabola
Mauro Magri: La fontana che si vede nella foto era della stessa falda di quella sotto il campanile di San Francesco. Quella ferruginosa dell'Americano era della stessa falda di quella in viale De Amicis e di quella all'interno della Distilleria Ferrari. 

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