Prima stesura 07-03-2015 V09
del 14-03-2015
aggiunte alla Ricerca sul Pane – altri modi di
dire sul pane
Mé a faagh paan pèe
mé count
di Mauro D’Orazi
A paan e aaqua; a pane e acqua. Alimentazione ai limiti della
sopravvivenza, presa in genere a simbolo di una punizione durissima. Può
alludere al carcere come a un pessimo trattamento, di cui la privazione del
nutrimento è l'immagine più immediata. In senso non punitivo, vale anche per
indicare grandi ristrettezze economiche.
L'alimentazione a pane
ed acqua rientrava fra le varie forme di punizione carceraria applicate fino a
tempi non troppo lontani. Anche: tenere a pane e acqua; andare avanti a pane e
acqua; vivere di pane e acqua; mettere a pane e acqua.
Paan al paan, vèin al vèin! Pane al pane, vino al
vino! Significa essere molto franchi e diretti; dire le cose apertamente senza
lasciare possibilità di malintesi, anche a costo di essere brutali.
L è al mé paan! È il mio pane! Essere espertissimi di un
argomento specifico, che risulta essere molto familiare o gradito a una
persona.
Èsser un paan pèers. Essere un pane perso. Costituire un
investimento sbagliato, come il denaro che si spende per comperare del pane che
poi finisce per essere sprecato o buttato via. Si dice anche di una fatica o di
un lavoro inutile, che richiede sforzi e spese e che poi non danno frutto o
guadagno. Può essere inoltre riferito a una persona che delude la fiducia
accordatale, a chi non ammette i propri errori, a chi si rivela ostinato, e in
generale a persone con cui si reputa che non valga la pena di perdere tempo.
Èsser un pcòun èd paan. Essere un pezzo di pare. Riferito a
persona mite, indulgente, di carattere malleabile.
Te m fèe caschèer al paan d in maan! Mi fai cadere il pane
dalle mani.
Scoraggiare, far perdere
le speranze, l'interesse o la voglia di continuare. Riferito in particolare a
una persona maldestra, o testarda, o sciocca, che agisce o si comporta in modo
tale da far dubitare della possibilità di trarne qualcosa di buono, di
correggerla, di insegnarle qualcosa e così via.
Guadagnèers al paan cun al sudóor dla fròunt. Lavorare per procurarsi
il necessario per vivere. Si riferisce a una delle condanne pronunciate da Dio,
quando cacciò Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre per punirli del peccato originale.
Tóor (cavèer) al paan d in bòcca. Togliere il pane di
bocca. Sfruttare qualcuno in modo subdolo inducendolo a fare grandi sacrifici e
rinunce fino a impoverirlo.
Viceversa… tóors al paan d in bòcca, togliersi il
pane dalla bocca, significa fare dei sacrifici per qualchedun altro.
I n gh àan gnaanch al paan. Mancare del pane;
essere poverissimi, non avere nemmeno da mangiare.
Magnèer paan e sigòlla: mangiar pane e cipolle. Significa vere
pochissime esigenze, oppure avere pochissimo denaro. Ciò fa sì che ci si accontenti
del minimo indispensabile alla sopravvivenza. Essere molto poveri, non avere
altro da mangiare che alimenti umili e di poco prezzo. Si usa il modo di dire
anche indicare una scelta di vita che induce a rinunciare ai beni materiali
piuttosto che a quelli spirituali considerati di maggior valore, spesso la
libertà, l'indipendenza e simili.
Varianti:
Paan e sivòlla e la sò libertèe: ci si accontenta di
poco, ma si è liberi.
A meṡdè paan e sivòlla, a la siira sivòlla e paan. A mezzogiorno e a cena…
il menù è sempre quello!
Magnèer al paan a uff; mangiare il pane a ufo, a sbafo. Vivere alle
spalle di qualcuno, farsi mantenere senza dar niente in cambio, senza lavorare.
L'espressione deriva
dalla locuzione latina ad usum fabricae
(destinato a essere utilizzato nella fabbrica), abbreviato in AUF.
L'espressione latina veniva usata per contrassegnare i beni esentati da ogni
dazio, perché, ad esempio, destinati ad opere della Chiesa cattolica e
l'espressione nacque nel periodo in cui si rifaceva la Basilica di San Pietro.
perché i materiali occorrenti godevano di particolari franchigie.
Magnapàan a tradimèint; mangiapane a tradimento. Significa vivere
alle spalle altrui senza mostrare alcuna gratitudine.
Magnèer paan e velèin; mangiare pane e veleno. Essere infelici,
perché rosi da risentimento, invidia, rancori e altre passioni negative che avvelenano
l'esistenza. È fin troppo nota la battuta di Totò nel famoso film “Miseria e
nobiltà” dove alla frase: “Qui si mangia pane e veleno!” – risponde con
desolazione: “NO! Solo veleno! Solo veleno!”.
L à vindùu al siit pèr un pèes èd paan; ha venduto il podere per
un tozzo di pane. A bassissimo prezzo, riferito in genere a un bene di grande
valore che viene ceduto a poco da chi è spinto dal bisogno.
Anche… cumprèer quèel pèr un un pèes èd paan.
Al va vìa cóome al paan; si vende facilmente come il pane, detto
di un articolo o di un bene molto richiesto.
L è bòun cóome al paan; è buono come il pane si dice di persona
molto buona. L’è bòunA cóome al paan, dicesi invece con
preciso riferimento a ragazza molto avvenente e formosa.
Paan e nóoṡ magnèer da spóoṡ. Il pane con le noci è un
ottimo piatto energetico per giovani sposi.
Ché a s graamla e a n s fa paan! Qui si gramola e non si
fa pane, non si conclude nulla. Anche: Graaml
èt o fèe t paan? Con lo stesso significato.
Pulèinta e paan, magnèer da caan, o da vilàan. Polenta e pane, cibo
da cani, o da villani.
Te negarèvv al paan ind l’òostia! Negheresti perfino la
presenza del pane nell’ostia, da tanto che sei bastian contrario!
Fèer paan cun rèmmel e pàaia. Fare pane con crusca e
paglia, quando c'è estrema miseria.
La migliore essenza: profùmm èd paan sóol faat. Profumo di
pane appena sfornato.
Cun di graasie a n s fa mìa paan, a n s mètt mìa su la
pgnaata. Con dei grazie non si fa pane, non si riempie la pignatta.
Paan, gabàan e bastòun pèr i caan. Pane, pastrano e
bastone per difendersi dai cani, costituivano il bagaglio minimo e necessario
dei un viandanti d’altri tempi.
Se si presta un po’ di
attenzione a questo modo di dire e si approfondisce, ne esce un significato
simbolico molto profondo sul “viaggio” dell’uomo.
Per un’esistenza
attrezzata e consapevole ci sarò bisogno di cibo per sopravvivere in modo
dignitoso, di una protezione dalle negatività esterne e dagli imprevisti e di
un’arma sempre pronta per difendersi da chi ti vuole aggredire.
Paan, vèin e lèet mulṡèin. Pane, vino e un letto morbido.
Quàand a s gh à faam, è
bòun aanch al paan sutt. Quando si ha fame è buono anche il pane da solo.
Paan e vèin e ’na cantèeda l’è salùtt pèr ’na giurnèeda. Pane, vino e un po’ di
allegria, con una cantata, sono la ricetta giusta di buona salute per una
giornata.
L è un paan imprestèe, un pane prestato, un favore da
ricambiare.
Fèer paan insèmm. Intendersi alla perfezione, come quando si
prepara il pane insieme.
Chi gh à un bòun mistéer a maan, dapertùtt al tróova paan. Chi ha un buon mestieri
a mano, trova pane dappertutto.
L’ à catèe paan pèr i so dèint
Paan e faam.
Sòtta la néev paan, sòtta l’aaqua faam.
La nèebia d mèers la fa daan, quèlla d avrìil la tóos al
paan.
La nebbia di marzo fa danno, quella di aprile toglie il pane.
Paan d un dè, vèin d un aaan e ’na ragaasa èd deṡdòot aan
A gh pièeṡ più la fiiga che al paan, gli piacciono più le
donne del pane.
Taanti briiṡ(l)i i faan un paan tante briciole fanno un
pane.
Chi gh à al paan a gh caal i dèint, chi gh à i dèint a gh
caal al paan
Aan? Paan e salàam! Séemo J !
Trii paan, duu pròun: primma mè!
Un casadóor sèinsa caan l è cóome l òmm sèinsa paan. Un cacciatore senza cane
è come l’uomo senza pane, non può farcela.
A gh ò spiuura sòtta i dèint. Daa m mò un grustèin!
Un filòun èd paan
S la nn è suppa l è paan bagnèe se non è zuppa è pan
bagnato
Strasinèer al paan
Tipi di pane nei modi di dire:
Paan caṡalèin
Paan còumper
Paan ch al s desfà in bòcca
Paan còot
Paan còot in biàanch, pane poco abbrustolito, cotto in bianco
Paan brustlìi
Paan bèin alvèe, cun l alvadóor (lievito)
Paan chèeld
Paan sfròol
Paan frèssch
Paan sèech
Paan vèec’
Paan staladìi (estaradìi)
Paan d incóo
Pann duur
Paan d aiéer - spezzò il pane e disse: “Ma
è di ieri?”
Paan radùu, gratèe
Paan brusèe
Paan sutt
Paan bagnèe
Paan cundìi
Paan (d)sèvved
Paan maṡèggn
Paan tamùggn
Paan cun al muiàan
Paan tiròun
Paan arvgnùu
Paan biòoṡ
Paan èd rimmel, èd remsóol, èd tutta farèina
Paan cun l'ùa
Paan da Nadèel
Paan dal Nèegus: è un vecchio dolce della tradizione, con cacao.
In epoca fascista, anche pane autarchico.
Paan biscòot
Paan biscutèe
Paan comùun, pane
comune
Paan mantvàan, fraréeṡ, milanéeṡ, francèeṡ, tuscaan,
pugliéeṡ, a l òoli, al laat, integrèel, ecc…
Paan néegher (triste ricordo di guerra)
Panna cundìi
Paan a l òoli
Paan scundìi
Paan magnée di Villiam
Vecchi (San Giovanni in Persiceto): "Questo tipo speciale richiede una
spiegazione. Nei tempi di miseria in paese c'era un forno unico che serviva per
tutte le famiglie dove, generalmente una volta a settimana, si andava a fare il
pane a turno. C'era una povera vedova con quattro figli che per sfamarli
chiedeva in prestito il pane, che poi restituiva quando le riusciva a
racimolare la farina e fare la sua cottura.
Un giorno si presentò a
casa un tale che la cercava, trovando solo i bimbi, chiese: - Ragazùa, in du ela vostra medra? -
La risposta fu: -La mama l'è andeda a cósar al paan che em
bèla magnèe - ".
Piero Pedroni (Fiorano): “Dai
a cal caan ch a l maagna cal paan! A nn è mia paan, l è busilaan! Caan lèeder!"
Dai a quel cane che mangia quel pane! Non è pane, è bensone! Cane ladro! Quasi
una breve filastrocca.
***
Forme e tipi di pane:
Michètta, ruṡètta, mantvaana, carpṡaana, fóoia, maan, ciòopa
lunnga, ciupèina, ṡbaglièe, mountasù, ṡbaafi, cruṡètta, uṡlèin, curnèin, tèera,
naaster, ragnètt, filòun, savaata, tartaruuga, baulèin, grustèin, pagnòota,
pagnutèina, panèin, bastunsèin, piùmma, ecc...
Per non parlare poi di chisóola, chissa, gnòoch, gnichìin, strìa
sècca, strìa tènndra, gnòoch cun al ruṡmarèin, gnòoch cun la sivòlla, sfuìin, …
ecc…
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