Dialetto
e verità
di
Mauro D’Orazi
Prima stesura dic 2010
v12 08-09-2013
Ogni
ca la gh à la só risèeta per fèer al gnòoch frìtt e i caplètt.
Spesso
riporto frasi sono pesantemente maleducate, scorrette, indelicate, spietate,
crude, grevi, ma tali erano e sono nel sentimento e nel parlato di questa città
e quindi dobbiamo prenderne atto con tolleranza cognitiva e
"scientifica", come uno spontaneo prodotto della Vox Populi … e quel
che segue.
Occorre
anche sottolineare molto chiaramente che ci troviamo in un campo dove NON
esistono verità assolute. Quando ci sono versioni diverse ... tutte vengono
inserite, citando le fonti. In questo ambito esiste sì una verità iniziale, ma
essa col tempo può essere stata modificata e stravolta dall'uso effettivo: se
tizio riportò una frase sbagliata (o con il senso impreciso) in una osteria o
in un bar e questa divenne luogo comune, nel senso errato, tale nuova accezione
un po' alla volta si è trasformata essa stessa in "una nuova verità",
almeno in quel particolare microcosmo.
Gli
accenti sono fondamentali e io spesso debbo semplificare forzatamente :=)- ho
deciso, però, che non posso bloccarmi sugli accenti, se no perderei più tempo
per loro che per lo scritto in sé.
Un
uso "corretto” (ma quale poi ?) dell'accentazione è ... terribile e ogni
parola dovrebbe portare 2, 3, 4 accenti. Non ci sto sembrerebbe la grafia di
una lingua slava a scrittura latina. Vado avanti con i 6 accenti della tastiere
e forse nemmeno quelli.
Certo
per la metrica della poesia ... il discorso è più delicato della prosa.
Pensiamo
al "dramma" delle scelte della grafia e degli accenti che ci sono
trovati di fronte il manipolo di coraggiosi estensori del dizionario di
dialetto carpigiano che è uscito nell’aprile 2011. Qualsiasi, ripeto, qualsiasi
scelta abbiamo fatto, ci sarebbe qualcuno che li avrebbe criticati pesantemente.
In particolare per l’uso della doppia vocale; che più che un uso di semplice
fonetica, serve da codice per capire la pronuncia, opportunamente aiutati da
registrazioni audio che sono fondamentali.
Quanto
a me ho proprio deciso sostanzialmente che me ne frego ... mi sono dato poche
regole e alla fine, dopo tribolate meditazioni e valutazioni ho deciso di
aderire (non con qualche riserva) in modo morbido/elastico e non integralista
alle regole del nuovo dizionario. Regole che si apprezzano e di cui si capisce
l’utilità solo dopo un po’.
Sauro
Roveda, delicato poeta dialettale, proprio a proposito del dizionario, così
risponde, il 10-12-2010, ai miei dubbi e incertezze:
“Caro Mauro è vero, qualsiasi scelta faranno nell'affrontare la pubblicazione del dizionario non andrà mai bene a tutti. Ma è anche vero che a proposito di accenti e segni diacritici, io seguo l'impareggiabile Lauro Luppi, grande poeta carpigiano, che diceva di limitarsi ai quattro accenti presenti nel vocabolario: accento acuto "é" per una vocale chiusa e lunga, accento grave "è" per una vocale aperta e breve, accento circonflesso "ê", per una vocale aperta e lunga. Esempio ... Parér (parere),palètt (paletto), parêr (parare), Stóla (stola), stòpa (stoppa), stôfa (stoffa), ragiunêr (ragioniere), ragiunèr (ragionare)...e al posto della z la esse dolce (a parte qualche eccezione) š. Scusa della lungaggine, ma è vero...ci sarebbe tanto da discutere...e dimòndi volti pèr gnînt. Ma io penso sempre che in dialetto esistono espressioni stupende che nessuna lingua può far intendere. Ciao Sauro Roveda”
*
Parere
rispettabile! Ovvio!
**
Ognuno
può fare le scelte che più ritiene opportune; i fieri e irriducibili oppositori
del Nuovo Dizionario possono tranquillamente farne una loro, con al grafia che
più li aggrada, però … che facciano …, che scrivano, che diffondano, perché se
non fanno, fra un tot di anni la gente del futuro, leggerà solo le nostre cose,
che saranno diventate predominanti e iper diffuse sia su carta, ma soprattutto
su web.
E’
uno scippo consapevole e volutissimo
nei confronti di una diffusa inerzia che ammorba oggi i carpigiani, almeno in
questo campo della conservazione e diffusione moderna del dialetto e della sua
cultura.
Pochi
fanno e i ciapèen sòtta!
In
definitiva, ripeto, nel nostro dialetto NON c’è UNA verità, ma tante verità:
ogni
ca la gh à la só risèeta per fèer al gnòoch frìtt e i caplètt. Mò anch i turtèe vèerd o cun la ṡùcca, i
turtlèin frìtt, ecc …
Il
problema purtroppo è che il tempo passa e chi ce li faceva ... NON c'è più ...
a prepararci questi cibi fantastici :=((
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