mercoledì 5 settembre 2012

Al Gimcàani (Le gincane) Carpi - Mauro D'Orazi Dialetto



Al Gimcaani (Le gincane)
di Mauro D’Orazi
          testo iniziale 27-8-2012                                                     v 18 del 1-10-2012  
Fra gli anni ’50 e ’70 erano molto di moda queste mini competizioni locali di moto.
Bastava poco … una superficie ampia anche non asfaltata o un campetto di calcio parrocchiale.
Il percorso era a serpentina disegnato col gesso e delimitato nei punti critici da birilli; si progettavano poi varianti e ostacoli di fantasia: sbarre da alzare, un pallone da far goal in una piccola porta, un lancio di freccette su un bersaglio, un asse in equilibrio precario, ecc … Vinceva chi faceva il percorso in meno tempo e con il minor numero di penalità possibili.
  
Tipiche difficoltà di una gincana alla fine degli anni ‘60

Contava sì la moto, ma era il “manico“ del pilota a fare la differenza.
Il pubblico accorreva numeroso e i premi consistevano in una coppa e in beni alimentari, o ricambi per moto (ad esempio: latte di olio, copertoni, buoni benzina), o anche somme di denaro.
Campo Eden Carpi 1959 - Una gincana organizzata del locale Vespa Club
Le misure di sicurezza erano inesistenti e tutto avveniva alla buona.
Anche Wikipedia conferma quanto sopra ho descritto e così ulteriormente ci illumina:
“La gincana, anche detta gimcana, gimkana o gymkhana, è una gara all'aperto nella quale i concorrenti debbono percorrere un tracciato tortuoso e reso impegnativo da ostacoli, nel più breve tempo e con il minor numero di penalità possibili. Tali gare possono essere di vario tipo ed avere differenti regole, in relazione al mezzo utilizzato: bicicletta, motocicletta, autovettura, cavallo o semplicemente a piedi.
Il termine, assunto nella lingua italiana durante il secondo decennio del XX secolo, deriva dall'indostano gendkhana, con il significato di "luogo dove si gioca a palla", composto da gendu (palla) e khana (campo di gioco).
In Italia si diffusero le gincane automobilistiche e soprattutto motociclistiche, divenendo molto popolari nel secondo dopoguerra, quando la carenza di impianti sportivi e di risorse tecniche, rendeva questo sport motoristico tra i pochi praticabili, grazie alla facilità di allestimento del percorso e, nondimeno, alla grande spettacolarità delle gare che richiamava un sempre folto pubblico.
La partecipazione era talmente elevata che la Federazione Motociclistica Italiana decise di organizzare, a partire dal 1952, il Trofeo Nazionale Gincane che prevedeva una lunga serie di gare eliminatorie provinciali e regionali allo scopo di selezionare i piloti per la finale nazionale. Il Trofeo fu disputato ininterrottamente per oltre 25 anni, fino al 1978.”

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Il meccanico Renato Cucconi ricorda l'epoca d'oro delle gincane. Negli anni '60 alla domenica pomeriggio si andava nei vari paesi limitrofi (e anche oltre) a fare questa gare a premi. Oltre alle coppe si vincevano buoni da benzina e materiale vario. C'erano anche gare di regolarità stradale, anche queste a premi. Cucconi partecipò a parecchie di queste gare, con buoni risultati. Ricorda con ammirazione alcuni partecipanti carpigiani sicuramente più forti di lui, quali Cadossi Gian Carlo, Marzio Sgarbi, Orianno Severi (detto Falistra) e vari altri.  
“CHE BEI TEMPI!” commenta, sospirando il nostro Renato.

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In dialetto si dovrebbe dire giNcaana, ma, come spesso accade per misteriosi arrotondamenti fonetici, la parola prende spesso la M con giMcaana. E’ mia abitudine, senza drammi di lesa maestà, lasciare al lettore la scelta dell’accezione che più gradisce … senza drammi. Forse GIM, mi si consenta la battuta, potrebbe essere stato influenzato dal nome di tanti personaggi di film americani che circolavano all’epoca.
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Il mio amico Graziano Forghieri era un vero talento naturale anche in questa disciplina, anche se per motivi economici doveva spesso improvvisare sulla moto (non di proprietà) da utilizzare.
Un pomeriggio di giugno degli anni ’60 Graziano e Lele Forghieri, assieme allo zio di Gigia, Marzio Sgarbi, partirono per Campagnola, dove c’era la Sagra dei Patroni locali. Era giunta notizia che era stata organizzata una gincana con ricchi premi.
Si presentarono con i mezzi che avevano, ma quando arrivarono sul posto con disappunto si accorgono che la competizione era mono marca, rivolta solo ai possessori di Vespe.
Mentre Graziano, sgomento, pensava al da farsi, il campione italiano di gincana su Vespa si pavoneggiava con il suo mezzo filante e preparato, mostrandosi vestito di tutto punto e con appuntate sul petto le varie mostrine dei tanti trofei vinti.
Graziano vide un anziano signore su un elefantiaco Vespone verde smeraldo col cambio a bacchetta (come quello usato per tanti anni a Carpi dalla Vivetta Carra, zia dell’onorevole DC). Si trattava di uno scooter ingombrantissimo e difficile da usare a causa anche del ruvido e impreciso cambio.
Con franca e diretta sicurezza, gli venne l’ispirazione di domandare: “ M imprestèe v al vòoster Vespòun pèr fèer la gaara?” Al vèecio inaspettatamente rispose: “Mò luntéera! A m pièeṡ dimònndi vèdder i ṡóoven ch i gh daan dèinter!” (“Mi imprestereste la Vespa per fare la gara?” “ Certo, volentieri! Mi piace molto vedere i giovani impegnarsi a gareggiare!”).

Descrizione: C:\1vespa12519481.jpg
Il Vespone 125 cc con lo scomodo cambio a bacchetta
Detto fatto, Graziano prese lo scooter e poi corse subito a iscriversi.
Nella gara il nostro eroe fu strepitoso e, nonostante l’inferiorità e l’ingombro del mezzo stretto fra impossibili birilli, ottenne il miglior tempo, anche davanti al pluridecorato campione nazionale.
Il campione non credeva alla cocente disfatta e protestò con la giuria, dicendo che avevano sbagliato il cronometraggio.
Graziano dopo alcuni minuti di polemica, tagliò corto: “Vlii v ch a la tóorna a fèer? (Volete che la ritorni a fare?)”
Prese il Vespone e fece un tempo ancora migliore. Il “campione” masticò amarissimo e dovette mettere le pive nel sacco.
Il premio non era niente male per l’epoca: una coppa e una busta con 30 mila lire.
Graziano tenne la coppa per sé e 10 mila; la seconda banconota la diede al fratello Lele, che lo aveva assistito come meccanico e con la terza si recò dal proprietario, anche per restituire, nel contempo il vittorioso mezzo.
Giunto davanti all’anziano, mise lo scooter sul cavalletto e allungò il denaro: “Graasie! Tulìi mò! (accettate ordunque siffatta mercede!)” Il tipo lo guardò stupito e scuotendo la testa e opponendo la mano, si affrettò a dire: “ NO! NO! A n la vènnd mìa! (No! No! Non la vendo micca!)”
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Un'altra volta Graziano era andato, sempre col fratello, a Bastiglia. Aveva in dotazione, in prestito, un Benelli 49 cc a tre marce a pedali dell’amico Oreste Fornaciari, che era poi del padre Mirco, il bottegaio di Via Matteotti. Un mezzo modesto e senza pretese.
Un Benelli 49 cc del 1959 a pedali e tre marce - restaurato
Giunti sul posto, siccome era obbligatorio il casco, per sentire meglio il regime del motore e avere meglio il controllo del mezzo, molto silenzioso, aveva tolto l’ultimo pezzo della marmitta.
Un espediente in un motore due tempi assolutamente inutile per le prestazioni e che procurava solo un fastidioso e forte rumore; lo facevo anche io col Motom Daina Matic, durante i garini in Via Cavata.
Fatto sta che come al solito Graziano fece il miglior tempo.
Il secondo arrivato protestò vivacemente: “Il motorino senza marmitta non è regolare!”
Graziano tentò un accordo: lui si sarebbe tenuto la coppa del primo premio e i tre litri di olio da motore e i due copertoni (che completavano la dotazione del vincitore) avrebbe potuto tenerseli il secondo.
Ma non ci fu nulla da fare, il tapino fece ricorso e Graziano dovette rifare il percorso.
Dovete sapere che per un campione di gincana percorrere più volte il tracciato significa conoscerlo e farlo sempre meglio.
L’éera cóome mètter la vóolpa ind al pulèer!
E così, rimontata la marmitta e fatta di nuovo la prova, ottenne un tempo ancora migliore.
Raggiante in volto, si avvicinò alla direzione di gara per raccogliere coppa e premi. Poi rivolto allo sprovveduto … ch a gh ridiiva aanch al cuul … gli disse: “A t iiva vluu bèin! Mò adèesa a pòort a ca tutt mè. Vaa la bèin? (Ti avevo voluto bene! Ma ora porto a casa tutto io! Va bene?)”
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In questa foto dell’estate del 1973 sono in grado di documentare una delle ultime manifestazioni di gincana a Carpi (se non l’ultima). Siamo all’Ex Foro Boario in Via Alghisi, di fronte all’allora famoso Bar Mercato. I costumi e i tempi cambiavano e questa gare popolari e paesane stavano andando fuori moda.
Graziano anche qui guadagnò il primo posto in tutte e tre le gare di categoria: scooter, 125 cc e oltre.
Un particolare curioso alla gara oltre i 125 cc partecipò anche Luigi (Gigi) Giglioli col suo prestigioso e invidiato Kawasaki 750 cc azzurro.
Naturalmente la super moto, perfida regina sulla strada, sullo sterrato e sulle curve strettissime, potette ben poco; anche se la sola sua presenza era già uno spettacolo in sé.


Estate 1973 - Gincana all’Ex Foro Boario - Graziano Forghieri su Vespa, Benelli 125 cc 2t e Gilera 150 cc - Primo in tutte e tre le categorie.
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Il meccanico Renato Cucconi ricorda l'epoca d'oro delle gincane. Negli anni '60 alla domenica pomeriggio si andava nei vari paesi limitrofi (e anche oltre) a fare questa gare a premi. Oltre alle coppe si vincevano buoni da benzina e materiale vario. C'erano anche gare di regolarità stradale, anche queste a premi. Cucconi partecipò a parecchie di queste gare, con buoni risultati. Ricorda con ammirazione alcuni partecipanti carpigiani sicuramente più forti di lui, quali Cadossi Gian Carlo, Marzio Sgarbi, Orianno Severi (detto Falistra) e vari altri.   “CHE BEI TEMPI!” commenta sospirando Renato.

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