mercoledì 5 settembre 2012

Sant'Alo’ ch a l murìi e po' a l s'amAlo’ ! di Mauro D'Orazi dialetto carpigiano




Prima stesura 01-04-2014                                                                           V 17 del 01-10-2018

Sant'Alo’ ch a l murìi e pò a l s'amAlo’!

di Mauro D’Orazi

Strana davvero questa eccezionale circostanza! Eppure Sant’Alo’ (oppure Alò - Sant'Eligio – 1° dicembre) prima morì e poi si ammalo’.
Proverbio scherzoso che viene usato per motteggiare ad esempio i malati immaginari. Eligio di nobile e ricca famiglia abbandonò gli agi, per vivere nel bosco, dove aveva per guanciale una pietra, per letto la terra, per cibo le radici. Compi miracoli e conversioni.
Da dove viene questo singolare e surreale modo di dire che si poggia su una singolare quanto improbabile consecutio temporis ?
Frase pronunciata sospirando, talora anche intonata a imprecazione; esprime uno stato d’animo un po’ desolato in presenza di una situazione (anche di piccola vita quotidiana) illogica o non proprio positiva che va gestita con grande pazienza, superando lo sconforto e talora la rabbia, chiedendo l’alta intercessione di un santo.

La frase si è sentita in casa mia da sempre, ma fin da bambino, il fatto che costui fosse morto prima di ammalarsi, mi creava seri dubbi e mi poneva seri interrogativi fisico - temporali irrisolti.

L’origine, le possibili spiegazioni del modo di dire e l’identificazione del Santo sono varie e arrivare a una soluzione certa sembra estremamente arduo.

Oscar Clo’ (Campogallino) suggerisce una tesi afferma che Sant'Alo’ probabilmente sta per Sant'Aloisyus Gonzaga (San Luigi Gonzaga) che morì a Roma verso la fine del 1500 in seguito ad una epidemia in cui lui, già gravemente provato da altra malattia (quindi praticamente già "morto") si prodigò ad aiutare le vittime dell'epidemia e ne fu contagiato quando però la sua sorte era già segnata. Morì a soli 23 anni.

Anna Maria Ori (Carpi) però contesta questa tesi e mi scrive:
Caro Mauro,
 l’ipotesi non regge:
1. Se fosse delle nostre zone, il passato remoto sarebbe al s malè, quindi dovrebbe essere sant'Alè...
2. Escludo il riconoscimento con san Luigi Gonzaga. Alla fine del 1500, quando nasce, si parla già in italiano e non più il latino. Comunque non esiste un troncamento da Aloysius in Alo’.
3. Suggerisco una ricerca seria negli annali storici bolognesi e nei luoghi dove sant’Alo’ è diventato un toponimo.
Anna Maria Ori
**
Carlo Alberto Pameggiani (Carpi) ha spesso sentito anche lui questa locuzione dialettale, ma sempre in un contesto che richiama l'imprevedibilità e la bizzarria del caso, o dei casi della vita. Comunque sia, le congetture espresse sembrano in linea di massima appropriate, anche se quella realmente giusta resterà forse perduta per sempre e non sarà mai possibile verificarla.
**
Sandro Bellei (Modena) ci ricorda che il dolce modenese più classico, semplice e antico è il bensone. La sua preparazione è rimasta immutata nei secoli, come quando, nel 1300, il 1° dicembre, giorno dedicato a Sant'Eligio, patrono dei fabbri e degli orafi, la comunità modenese lo offriva in dono alla Corporazione di questi artigiani. Sant'Eligio, che nella storpiatura popolare divenne poi "Sant'Alo’" (forse una deformazione del francese Saint Elois), è ancora ricordato dai vecchi modenesi in una buffa cantilena per bambini che diceva, fra l'altro, "Sant'Alo’ prémma al murè pò al s'amAlo’ e al caschè zò da la schèla ch'al ridìva ch'al sé sbudlèva" (prima morì, poi si ammAlo’ e cadde giù dalle scale, mentre si sbudellava dalle risate).
**
Sempre a Modena…
Sant Alo’ che préma al mòrs e po' al s amalo’ e santa Catirèina, che préma la mòrs e pò la fe' da zèina. Santa Caterina, che prima morì e poi fece da cena.
Oppure aggiunge una moglie che per non essere da meno… e sò surèela Sant'Alì, ch la fè acsè annca lì.
**
Un'altra fonte ricorda che il 25 giugno si teneva a Fabriano, all'inizio dell'800, la fiera di San Giovanni, ma nello stesso giorno si festeggiava anche Sant'Eligio, volgarmente chiamato Sant'Alo’.
**
A Terni la Chiesa di Sant'Alo’ è uno degli edifici di culto più antichi e affascinanti della città di Terni. Fu dedicata in onore del santo Aloysius (Eligio), un orafo vissuto nel VI secolo alla corte dei re Merovingi.
**
Il Sicilia Sant’Alo’ individua San Luigi o San Ludovico.
**


A Lucca
Sant’Alo’
Sant’Alo’,
prima morì eppo’ s’ammalo’.
Ruzzolo’ dalle scale,
si troncò ’l collo
e ’un si fece male.
Gli bruciò ’l culo
e la c’amicia no.
Sant’Alo’ del paradiso,
si bruciò ’l culo e la c’amicia no,
perché ’un ce l’aveva.
(Questa curiosa filastrocca la recitava la nonna di tal Gino Arrighi di Lucca)

**
Un quelch sprudintèe associa il modo di dire a quello della sfinge, che prima caga e poi spinge. Ma scarterei la cosa per manifesta provocazione.
Altri invece pensano che … prima morse e poi si ammAlo’, forse per la natura infetta del corpo addentato. Ma anche qui siamo alle facili battute.
**
Via Sant’ALO’ a Bologna
Al numero 3 di questa strada, che una volta si chiamava via del Carbone, abitò un giorno Francesco Barbieri di Cento, meglio noto come il Guercino, pittore fra i più suggestivi del ’600. Cristina regina di Svezia, che era donna disinvolta, oltreché amante della cultura e delle arti, passando da Bologna per Roma nel 1655, per prima cosa chiese di poter toccare la mano del Guercino “come quella che aveva operato meraviglie”. Ma quel tempo la mano che aveva operato meraviglie s’era già piegata all’accademia e all’influenza manierista di Guido Reni. Gli artisti qui sono di casa. Sono passati Benedetto, Bartolomeo e Cesare Gennari, anch’essi di Cento e parenti del Guercino, Alessandro Calvi detto il “sordino” (ognuno ne aveva una) e infine la famiglia Ferrari, di cui Giulio fu insegnante di figura all’accademia di Belle Arti.
**
Per chiudere ritorniamo a Carpi con una gustosa variante.
Di quando in quando poteva anche esserci bisogno, in base a pressanti circostanze del momento, di allargare confacentemente la portata dell'invocazione o ... dell'imprecazione e allora la nonna di Giliola Pivetti, Carmelina, con un'ironia del nonsense tutta carpigiana, aggiungeva: "Ohh Sant'Alo’ e pò anca Lèe!" Equivocando volutamente sulle assonanze e significati del "lui” e ... del " lei". (Ohh Santo Lui e poi - siccome non basta - anche Lei!).
**
Grazie all’umorismo involontario di un titolista poco attento, la notizia della morte del parroco di Brisighella del settembre 2015 è stata così pubblicata sul Resto del Carlino, facendola così rientrare dentro la tematica che stiamo trattando:” MUORE PRIMA DEL FUNERALE”.

**

Ringrazio Giliola Pivetti per la correzione del testo.

4 commenti:

  1. grazie corretto sant'Eligio - grazie

    RispondiElimina
  2. La mia nonna, diceva sempre sant'Alò e chi la creò.
    Abitava a Lucca.

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  4. Anche a Livorno io , ora 67enne, lo sentivo dire da mia madre, quando si perdeva la pazienza "SANT'ALÒ, PRIMA MORI E POI S'AMMALÒ". Mio nonno paterno era di San Prospero sulla Secchia (Mo), chissà se mia madre lo aveva imparato da lui o se era anche un detto toscano?

    RispondiElimina

grazie