Al mé
teremòot
ovvero
Il
terremoto di Mauro --- da idea iniziale del 25
giugno 2012
bozza non
corretta v 32 del 8-7-2012
Ognuno di noi ha un SUO terremoto. Sensazioni,
episodi, paure: tutti eravamo in un qualche posto, quando ci sono state le
scosse grosse e non vediamo l'ora di dirlo a qualchedun altro, sia per
illuderci di ottenere un salvacondotto apotropaico, sia per sfogarci un po' e
anche perché, accidenti, anche noi siamo stati partecipi di un pezzo di storia,
sia pur tragica, e il fatto deve essere ben testimoniato ai nostri cari, ma
anche allo sconosciuto che ci capita davanti.
In continuazione alterniamo il ruolo in
commedia: diventiamo parte attiva o parte passiva degli impressionanti racconti
che vengono evocati con studiata progressione drammatica.
Ognuno di noi ha quindi un suo terremoto di cui
terrà l'esperienza e il ricordo per sempre e tramanderà nel racconto ai propri
figli o nipoti
A un mese delle micidiali scosse di martedì 29
maggio tento di farmi un esame di coscienza su quanto è accaduto, ma sopratutto
su quanto MI è accaduto.
Un bilancio esistenziale che dovrà essere il più
spietato possibile. Altrimenti che serve ? Personalmente fino a dopo il
terremoto delle 9 di martedì 29 maggio non ho avuto problemi; anche le
precedenti scosse notturne del 20 maggio le avevo digerite bene ed ero tornato
subito a dormire, dopo aver fermato con la mano il pendolismo insistente di
vari lampadari oscillanti.
Ma … ma
... la tripla scossa delle 13.00
mi (ci) ha colpito in un modo durissimo; è stato un colpo
violentemente inaspettato. Ci ha picchiato .. dentro ... nel più profondo
dell'animo: mi (ci) ha lasciato nella paura, nell'insicurezza. Tutte cose poco
insite nella mente dei carpigiani.
Negli anni ’60 si poteva carpigianamente
intimare: “’Sa còostla … tutta la baraaca? “ (Cosa costa tutta la baracca?) e risolvere ogni seccatura con soldi,
“comprando” in toto l’eventuale problema. Ma oggi domandare - “’Sa costeel al
teremòot ? ” - non avrebbe senso; mancano innanzitutto validi interlocutori per
la cessione dei sismi e forse anche i bèesi. (Chi vèecc’ i tachèen a finìir e
chi nòov … in duv ini ? Quelli vecchi sono finiti e gli altri … dove
sono ? )
Quando vedi la tua casa che si muove, il terreno
che ondula e sembra di gomma e un rumore assordante ti martella la testa, il
cuore, le orecchie e le gambe ... perdi ogni più consolidato punto fermo della
tua vita e dei tuoi cari.
Abbiamo sentito con le nostre orecchie le
campane della Torre della Sagra suonare da sole; la stessa cosa, ci hanno
riferito, è successo con campanile di San Francesco. Sono cose grosse ...
enormi, in un primo momento superiori alla nostra capacità di comprensione.
Ehee sì !!! Te la fai sotto ... completamente
smarrito.
Tanta paura, però niente panico … niente panico,
ma reazioni misurate.
L'angoscia di un centro storico deserto, dove
comunque abitavo e continuavo ad abitare come residente.
Parlare con persone che non ti avevano mai
rivolto la parola, anche se stavano a pochi metri da casa tua.
Cercare negli occhi delle persone una speranza
di sicurezza che non potevano darti.
Stare assieme durante il giorno, fare filosso (incontro colloquiale di persone) e anche
un po' di baldoria, allontanando il pensiero della notte che comunque arriverà
e ti riempirà di angoscia, di dubbi, di paure.
Dormire in macchina, in tenda, a piano terra.
Sei tu che devi scegliere e nel contempo lasciare piena libertà ai tuoi
familiari e amici di fare SOLO ciò che si sentono.
I problemi coi bambini, ma soprattutto con gli
anziani, che non vogliono assolutamente lasciare le loro case di sempre.
La badante ucraiana di tua madre resisterà o
fuggirà via ? ... lasciandoti in un mare
ancora più grosso di guai.
Pensare che il 29 e il 30 maggio una città di 70
mila persone dorme fuori.
E meno male che il tempo è mite. Come non
ricordare i 15 sotto zero di pochissimi mesi fa.
Alzarci alla mattina già vestiti, uscire in
strada (desertissima) e pensare: " Anche questa notte è passata!! Andrà
bene oggi? Cosa dice l'applicazione Iphone INGV (Istituto Nazionale di Geofisica
e Vulcanologia)?
La zona rossa è un paesaggio scioccante da Day
after.
C'è bisogno di un forte controllo sul territorio
sulla zona rossa, perché non diventi terra di nessuno.
Si sente dire che i Comuni devastati delle Bassa
hanno chiesto la presenza dell'Esercito, ma hanno chiesto loro il conto per la
dislocazione.
Caxxo! Come se non pagassimo già abbastanza
tasse anche per queste emergenze.
Centinaia di allievi dell'Accademia di Modena
potevano essere dislocati e fare esperienza sul campo.
L'ordine pubblico è stato gestito da volontari:
i ragazzi del liceo, splendidamente auto organizzatisi, difendono la loro (la
mia) scuola da intrusioni indesiderate; le maestre degli asili vengono messe
alcuni giorni agli incroci, poi tanti volontari che via via aumentano e danno
la loro disponibilità.
Si intuisce, si capisce che Carpi è un BENE
COMUNE, di TUTTI.
Vedere i parà della Folgore in congedo col baschetto
rosso - granata, la mimetica e anche le stellette ... mi dà un senso di sicurezza; di appoggio ... di essere ITALIA. Sono SEMPRE stati
presenti .. H24. Sempre gentili e disponibili.
Si sentono in giro le stronzate più incredibili
e la gente ha un impulso irresistibile a credere alle cose più inverosimili.
Comincio a capire molto bene la caccia agli untori della peste del caro
Manzoni. Bombe sotterrane, americani, russi, NATO, trivellazioni ... come se
pochi metri cubi di gas potessero avere affetto su miliardi di tonnellate di
sottosuolo spinto dalle dinamiche della tettonica a placche e da un nucleo
terrestre incandescente di 6.000 gradi. Un fenomeno che la gente NON VUOLE
capire a ogni costo.
**
Io abito a Carpi in quella che era la zona rossa
e lo sgomento della disabitazione è terribile.
Non c'è la tua edicola, il tuo bar, il tuo
tabacchino, il tuo forno.
Meno male che tanti esercizi commerciali fuori
della zona rossa hanno tenuto aperto anche con coraggio: i Conad, le Coop,
tanti privati, tanti bar. Il Bar NIC, New Italian Cafè,
vicino allo Sporting Club, con le sue splendide ragazze scollate e sorridenti,
al mattino presto, aiuta ad affrontare la giornata; gentili e forse
inconsapevoli “fate” di un immaginario ispiratore di cui abbiamo un disperato
bisogno.
Ma mentre fai colazione, sotto gli ampi
ombrelloni del bar, senti sotto di te ( coi piedi e le gambe) la terra che
ribolle, sobbolle con delle vibrazione che durano minuti e minuti. Chiedi al
tuo vicino: " Ma lo senti?" e quello, con la faccia sgomenta e
rassegnata, non vede l'ora di risponderti di sì. Sì le sente queste vibrazioni
malefiche.
Ma che diavolo succede qui sotto? Si
fermerà ? Quando ? Ci sarà un altro colpo forte? Ti senti la casa NEMICA. La
TUA casa NEMICA ... pazzesco!!
Ti attenti, le prime volte, a fare i gradini in
circospetto silenzio, in punta di piedi, come la Pantera Rosa.
Ridicolo! Ma è così!
**
Al lunedì 11 giugno sono tornato in Comune
(prima ero inutile) e in tre giorni abbiamo rimesso su in piedi il protocollo
(nulla di eroico, ma importantissimo per i privati e i tecnici, chiamati a
consegnare migliaia di pratiche edilizie sismiche), la posta in entrata e
uscita e il giro dei messi per le notifiche delle ordinanze e l'ufficio atti
amministrativi, con dei colleghi bravissimi, sempre presenti anche se con
problemi sismici a casa loro e alcuni con le abitazione semi crollate).
I nostri tecnici sono stati fantastici e si sono
sottoposti a turni pesantissimi.
I ragazzi del CED (Centro Elettronico) sono
stati superlativi e sempre disponibili. Dal niente hanno ricreato la rete che
ha consentito di lavorare con tutti i collegamenti necessari. Sono riusciti a
risolvere problemi enormi, grazie alla loro competenza e inventiva.
Ho convissuto i primi tre giorni con le
assistenti sociali, condividendone la dislocazione d'ufficio in via Giusti. Non
potrò mai dimenticarle ... per tutta la vita.
Sono stato presente al lavoro delle assistenti
sociali per aiutare le persone più deboli e più fragili: migliaia di persone
con migliaia di problemi. Vi giuro hanno fatto il possibile e l'impossibile,
senza mai perdere la calma, CON GRANDE PROFESSIONALITÀ, PAZIENZA e CUORE. Davvero BRAVE ... STUPENDE ... Un Paese civile
si vede anche da queste cose!
**
Nel pomeriggio di venerdì 8 giugno si diffonde
veloce la notizia che l’indomani alle otto la zona rossa sarà revocata. Subito
diffondo la cosa su Facebook, ottenendo una quantità di “Mi piace”.
Il 9 giugno non resisto e alle 6,45 vado in
Corso Alberto Pio. Quattro colonne del Portico del Grano sono cerchiate con
fascioni di ferro. Gianni Luppi, il tabaccaio del Portico, ha già aperto: ” A
voi èsser al primm! Ad avrìir !!!“ (Voglio essere il primo ad aprire!)
Lentamente, cautamente la gente comincia ad
arrivare; da soli, a coppie, in bici o piedi. Guardano, annusano, osservano i
danni … non ci sono tante parole dire: ESSERCI dice già tutto! “ I perèen tante furmighìini !” (Sembrano tante formichine) osserva incuriosito
e soddisfatto il nostro Gianni, sempre attento nell’esaminare e soppesare i comportamenti
delle persone.
Io una bella soddisfazione però me la prendo
subito: vado al Caffè Teatro, mi siedo davanti, sotto gli ombrelloni, vista
piazza, e mi gusto i più buoni cappuccino e brioche del mondo. Bravissime, come
sempre Carla e Simona, che non vedono l’ora di servirmi di tutto punto come
primo cliente. Mi sento un vero signore che si gusta la visione della sua Carpi
riguadagnata, anche se molto ferita.
***
Dopo un serio esame di coscienza ... sono
soddisfatto di me stesso, ho fatto quello che dovevo fare e non potevo fare
gran ché di più:
*nonostante la paura, non mi sono fatto prendere
dal panico idiota e imbecille;
*ho protetto me, le tre mie famiglie e i miei
amici nel limite delle mie forze e delle disponibilità logistiche e materiali;
* la mia casa e il giardino sono sempre stati
aperti a tutti;
*ho controllato e tenuto sotto vigilanza la casa
(ho dormito fuori solo le prime due notti allo Sporting Club, poi sempre dentro a piano terra);
*non ho creduto alle voci più assurde e
incontrollate e le ho combattute con tutta la forza che avevo;
* ho lavorato al meglio dando dei servizi (sia
pure burocratici) alla gente;
* ho ospitato in giardino 4 tende e sei /sette
ospiti e alla sera decine fra amici e conoscenti che si sentivano soli. Ci siamo
confortati a vicenda, anche se sapevamo che la notte arrivava e avrebbe
lasciato ognuno di noi solo con se stesso;
*ho aperto la pagina di FB dell'Istituto
Comprensivo di Novi e Rovereto, (tutte le scuole sono giù o inagibili) su
richiesta della mia amica Preside Rossella Garuti, per facilitare i contatti
con gli studenti e per raccogliere aiuti e donazioni per ripartire il settembre
con le lezioni;
* poi il 20 giugno, con Anna, siamo tornati al nostro
primo piano a dormire e subito a mezzanotte, appena coricati, TRUKKCC..
TUMM!!, un colpetto da 3,1 ! Ho aperto
un occhio, tirato due maledizioni secche .. a
i ò vultèe galòun .. Mò va bèin a
caghèer !! E a i ò tirèe dritt a durmiir . (Mi
sono girato e ho continuato a dormire)
Vignetta di Paolo Covezzi - giugno 2012
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