Nìiulèin
(piccolo nido)
dic 2011 di Mauro D’Orazi v 15 del 20-09-2012
Appena passato Natale, alla mattina del 27 dicembre 2011, alla ripresa
delle loro pubblicazioni, tutti i quotidiani, specialmente quelli sportivi,
hanno aperto a tutta pagina con un’eclatante foto della nuova provvisoria
fiamma ventiduenne del pilota ferrarista Fernando Alonso: tale Xenia
Tchoumitcheva … miss Svizzera di origine russa di evidente bella presenza.
Xenia
Tchoumitcheva in tutt al sòo splendòor
Il rughlètt del Bar Tazza d’Oro, di prevalente genere maschile, sempre
attento osservatore dell’attualità e del costume sociale, non poteva esimersi
da un idoneo e autorevole commento, riguardante l’irresistibile provocazione
visiva: “Mò che bèel nìiulèin in mèes a cal còosii! Diotestradòora in du
te pìis!” Ma che bel piccolo nido in mezzo a quelle cosce, dove nìiulèin (parola alquanto misteriosa e
desueta) non è altro che lo stupendo diminutivo di nìi … nido.
Ma qualchedun altro invece, storcendo la bocca e scuotendo la testa,
dissentiva, quasi disgustato: “Mmmm a me l’a n me pièes mja dimòndi: l’a gh
ha ‘n’ungia incarnèeda e s a s vèed al tàai dla appendicite.” (Mmm a me
non piace molto: ha un’unghia del piede incarnata e si intravede il taglio
dell’appendice).
Un altro, lapidario: “L’a m fa pròopria schiiva!” - “Mò sa dìit? I t sèemo in dal Servèel?”
gli ribatte un amico. ”Ma nooo! S èt capìi … a pinsèeva a mè mujèera!”
(Mi fa proprio schifo! - Ma cosa dici? - Ma no! Cosa hai capito? Pensavo a mia
moglie!).
Un altro più anziano pronuncia una consolatoria sentenza: Occ’
e maan i gh han semper vèint aan! (Occhi e mani hanno sempre
vent’anni!).
Un cliente occasionale, gustando il cappuccino, butta l’occhio sulla
foto pensando alla favola di Esopo dla vòolpa e dl’ua ancòora asèerba (della
volpe e dell’uva ancora acerba che non riusciva a cogliere perché troppo alta),
afferma: “Tròop méegra e tròop biòonda pr'i mé gust !”
L’unica signora presente ascolta penosamente lo scambio di queste
miserande battute, grette e maschiliste, e a mezza voce replica con tono
beffardo: “Ohoo i mè umarèel … second mè a cà vostra l unich lavòor ch a tiira
… l è l elastich dal mudaanti! E pò forse gnanch quèel l è !Dimòndi ciàacri e pòoch
fàat!” (Cari i miei ometti, secondo me l’unica cosa che tira a casa
vostra è l’elastico delle mutante. Molte chiacchiere e pochi fatti!).
**O**
L’episodio è finito, ma a completamento si possono aggiungere alcuni
modi di dire pertinenti:
L è
più quèel ch a s màanda zò ed quèel ch a s cuccia su! È più quello
che si manda giù di quello che spinge su!
Quand
l’è siira a cà d un, l’è siira a cà ed tutt. Quando è sera a casa di uno, è sera a casa di tutti.
Ognun
a l sa ed cà sua. Ognuno sa di
casa propria.
Sèet
sa me capitèe l'ètra siira? A sun curs a
drèe a me muièera, intòorn al lèet ... dopo un pò ch a curìiva, a l'ò ciapèeda
... ma pò a i ò pinsèe: "E adèesa sa gh oia da fèer?" A n m a arcòod più, perchè
mè …al fisich e la salut a gh i ò anch incòora, mò l'è la memoria ch l a m
chèela! Mò s a fàagh tant a ricurdermel a gh la dàagh
mè!"
A
gh é anch un provéerbi, … un dìit antigh, ch a l dìis: "Fìin ch a l gh à
la lingua e un dì, 'n omm a n n é mai finì" ... mò am sà che al spòosi i n
s cuntèinten mia dimòndi.
Saggiamente, in conclusione, c’è però chi ci ricorda che: Più
a s i n ciacàara e meno a s i n màagna! Più se parla e meno se ne
mangia. Di cosa ?…Bhèe … immaginatelo voi!
**
Nota del solerte raccoglitore:
A chi contesta, anche in buona fede, il
tono scurrile e pesante di alcune frasi o modi di dire, rispondo che in questa
sede noi appassionati di dialetto siamo un po' come i medici, che devono curare
le più imbarazzanti malattie. Il nostro compito è di registrare in modo
asettico e neutro gli usi verbali, i detti, le parole … quali essi siano, anche
i più spinti, osceni o indecenti. Non è un problema morale, ma di ricerca e
conservazione. Non nego che talora mi diverto e provoco, essendo un capàas ed tutt, ma ciò serve per sfurdighèer, per trovare altre
frasi, altri episodi che rischierebbero di scomparire per sempre. Forse per una
certa morale ciò non sarebbe certo un problema o una gran perdita, ma per me lo
è. E se ciò accadesse, non lo riterrei giusto per la nostra storia locale,
anche per i particolari più piccoli, disdicevoli o miserevoli, che pure hanno
trovato posto, a torto o a ragione, nel passato di Carpi e nella testa e nel
parlare di tanta gente.
Amen! Fine del pistolotto.
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