mercoledì 5 settembre 2012

Santi e detti sulla durata del giorno - Nei motti dialettali di questo periodo si coglie l'attesa ansiosa della luce


VOCE di Carpi 22 dicembre  2011
Santi e detti sulla durata del giorno -

Santi e detti sulla durata del giorno
Nei motti dialettali
si coglie l'attesa ansiosa del ritorno della luce

di Mauro D'Orazi

Il volgere dell'anno si è sempre prestato a detti, motti e proverbi ai quali il dialetto - non solo quello carpigiano - ha prestato il proprio lessico, la propria saggezza e la propria ironia. Il testo che segue, basato su espressioni raccolte a Carpi, ma anche in zone vicine (come è mia abitudine), nel mettere in relazione l'astronomia con i santi, evidenzia in modo stupefacente quella che, nel mondo agricolo, era l'attesa della luce, nella forma dell'allungamento del giorno dopo le tenebre dell'inverno. È come un canto sciolto alla vita che ritorna e della quale si cercano i segnali anche minimi, nel diradarsi lento e appena percettibile del buio invernale.
È per questo motivo che tutti i detti sono riferiti all’allungamento del giorno e non alla fase contraria (da fine giugno in poi) alla diminuzione della luce.
Alcuni di essi cadono in contraddizioni più o meno leggere; altri si sono piegati alla riforma del calendario, che secoli fa ha spostato di alcuni giorni le stagione per seguire più corretti cicli cosmici.
Ma come è noto i proverbi … non si curano troppo di cose scientifiche.
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2 dicembre - Saanta Bibiàana quaraanta dè e ’na stmaana.
Se c'è brutto tempo durante il giorno di Santa Bibiana, rimane brutto per 40 giorni e una settimana. È un antico proverbio legato alla tradizione contadina. Una volta, in una società prettamente agricola, si usava prevedere il tempo atmosferico osservando direttamente il comportamento della natura o degli animali, specialmente durante le prime giornate del mese, che avrebbero indicato l'andamento dei giorni seguenti. Il numero 40 è inoltre associato a un passo Biblico; durante il Diluvio Universale, "Piovve sopra la terra per quaranta dì e quaranta notti" (Genesi VIII, 12). Santa Bibiana è tradizionalmente legata al brutto tempo, come recita un altro detto: "Santa Bibiana, scarponi e calze di lana".
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13 dicembre - Saanta Lucìa, la nòot più lunnga ch a s èggh sìa.
Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia. Il detto risale a quando era in vigore il calendario Giuliano, promulgato da Giulio Cesare il 46 a.C., in cui il solstizio d'inverno cadeva il 13 dicembre. Durante il solstizio, il sole, muovendosi lungo l'ellittica terrestre, raggiunge la minima altezza sull'orizzonte. Per questo motivo, la notte tra il 12 e il 13 era considerata, a ragione, la più lunga dell'anno. Nel 1582, però, papa Gregorio XIII riformò il calendario che è lo stesso che ancora oggi abbiamo in vigore. Così il solstizio passò al 21 dicembre (circa), ma il proverbio continuò a trasmettersi immutato. Per i più piccoli, nonostante la spiegazione prettamente scientifica, è considerata la notte più lunga per la trepidante attesa di ricevere doni che, secondo la leggenda, vengono portati dalla Santa. È una tradizione ancora viva nelle nostre zone, che si distingue dai doni di Gesù Bambino o della Befana.

Prima della riforma del calendario si poteva dire … Pèr Saanta Lucìa al paas èd 'na furmiiga. Per Santa Lucia il primo passo di una formichina verso l’allungamento del giorno.
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21 dicembre - Pèr San Tmèeṡ al dè al se ṡlunnga da la bòcca al nèeṡ.
Nel giorno di San Tommaso, il giorno è lungo quanto la distanza tra la bocca e il naso. Il 21 dicembre è il giorno che viene considerato con meno ore di luce, il più corto dell'anno, in quanto solstizio d'inverno (ma in effetti esso può accadere anche il 22 dicembre).
Nota scientifica
I tempi dei solstizi sono caratterizzati dal fenomeno che li ritarda di circa sei ore ogni anno (5 ore, 48 minuti e 46 secondi per la precisione)ogni anno. Ci sarà un nuovo riposizionamento indietro ogni quattro anni, in conseguenza degli anni bisestili, introdotti proprio per evitare un progressivo disallineamento delle stagioni con il calendario. A causa di queste variazioni può capitare che il solstizio astronomico cada il 20 o il 21 giugno per l'estate nell'emisfero nord o il 21 o 22 dicembre per l'inverno nell'emisfero nord.
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25 dicembre - I proverbi per il giorno di Natale prendono come riferimento gli animali legati al mondo agricolo e contadino. Questi modi di dire, per l'immediatezza dell'immagine che evocano, risultano diretti ed efficaci.
Pèr Nadèel un pée d nimèel. Per Natale un passo di maiale. Niméel è la contrazione di animèel, cioè animale. Il maiale era infatti ritenuto l'animale per eccellenza. Il proverbio indica che dopo il solstizio d'inverno del 21 dicembre, già a Natale il giorno sembra allungarsi, seppur di pochissimo.
Pèr Nadèel un paas d agnèel. Per Natale un passo d'agnello. Il detto si riferisce al giorno di Natale, che si amplia rispetto alle giornate precedenti, si distende di poco e lentamente, come il passo di un agnellino.
Pèr Nadèel un ṡbaater d èel. Per Natale uno sbattere d'ali. Anche questo proverbio si riferisce alla brevità delle fredde giornate invernali, che tuttavia, a partire da Natale, paiono divenire un poco più lunghe. Il battito d'ali rende bene l'idea dei brevissimi istanti di luce in più rispetto alle prime giornate di dicembre.

Nel mantovano … dove prevale la “a: Pèr Nadal un pass d un gal. Per Natale un breve passo di un gallo
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1 gennaio - Per l aan nóov un pée (un paas) d bóov (d manṡóol).
Per l'anno nuovo un piede o passo di bue o di manzetto (inteso come giovane manzo e non come fisarmonica). Passato il Natale, quindi nei primi giorni del nuovo anno, la natura sembra lentamente rinnovarsi e le giornate cominciano a diventare progressivamente più lunghe, sebbene il cambiamento sia lieve, quasi impercettibile. Le giornate si prolungano tanto quanto un passo di bue, dunque di poco.
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6 gennaio - Pèr Pasquètta un sèelt èd vèecia (o èd cagnètta, èd cavrètta) e anche Pèr Pasquètta meṡ-urètta (mezz’oretta).
Per Pasquetta - identificata nel dialetto con l'Epifania - un salto di una vecchia (o di una cagnetta, di capretta). Nel periodo di Pasquetta, al culmine dell'inverno, le giornate sembrano prolungarsi di qualche minuto rispetto alle giornate di fine dicembre. Il salto di una vecchietta, o di una cagnetta, indica infatti un balzo in avanti, ma molto corto.
Nel reggiano - Pèr la Befaana un sèelt èd caagna. Per la Befana un salto di cagna.
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17 gennaio - Pèr Sant' Antòoni ’n’ óora tònnda.
Per Sant'Antonio un'ora piena. Il 17 gennaio c'è quasi un'ora in più di luce rispetto alle giornate dicembrine. Sant'Antonio è il protettore degli animali domestici, per questo, nel giorno del suo onomastico, la Chiesa benedice gli animali e le stalle.
Pèr Sant Antòoni un paas dal demòoni, per Sant’Antonio un passo del demonio.
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20 gennaio - Pèr San Sebastiàan ‘n’ óora in maan (o un paas èd caan). Per San Sebastiano un’ora in mano (o un passo di cane).
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31 gennaio - Pèr San Ṡemiàan dóo óor i n èggh faan.
Per San Geminiano si allunga la giornata di meno di due ore. I contadini, una volta, desideravano tanto che passasse l'inverno e che le giornate diventassero più lunghe. Per questo, pare osservassero le più piccole variazioni di luce durante il corso dell'anno. Secondo le loro previsioni dunque, il 31 gennaio il giorno si allunga di quasi due ore rispetto al mese precedente.
Dòop San Ṡemiàan la giurnèeda la se ṡlunnga piàan piàan.
Dopo San Geminiano la giornata di allunga piano piano.
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2 febbraio - Pèr la Candelòora più èd ’n’ óora, per la Candelora più di un’ora, quasi due come abbiamo appena letto.
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Per un’informazione più completa e per unire, secondo il principio ermetico, “l’alto al basso e il basso all’alto”, torno su alcuni aspetti scientifici di base della tematica.


Ma quanto dura in effetti il giorno ?

Un aspetto che può dare la consapevolezza di quanto i moti dei pianeti nello spazio siano legati e interdipendenti gli uni dagli altri è sotto gli occhi di tutti: la Luna, il nostro relativamente piccolo pianeta, ha un fortissimo influsso sulla vita e su quanto accade sul nostro pianeta, basti pensare al fenomeno delle maree che provocano un notevole innalzamento e abbassamento del livello marino, quasi interamente dovuto proprio all'effetto dell'attrazione lunare.
Ma mentre questo fenomeno è noto pressoché a tutti, la vita e l'evoluzione del nostro pianeta è condizionata dalla Luna in maniera decisamente più pesante, anche se gli effetti di tale "ingerenza" sono sensibili solo sul lungo periodo.
Nel corso dei millenni la durata del giorno, inteso come intervallo di tempo intercorrente tra il sorgere e il tramonto del sole e quindi della durata di una rotazione del nostro pianeta intorno al proprio asse, è andata via via aumentando.
Il motivo di tale allungamento è stato dimostrato essere direttamente riconducibile alla presenza del piccolo satellite e all'effetto dell'attrazione che esso esercita sulla superficie del nostro pianeta, che lentamente sottoposta alla continua trazione verso l'esterno tende a "gonfiarsi", aumentando in questa maniera il suo volume e di conseguenza rallentando il moto.
Allungamento che è tuttora in atto e che, se guardato sul lungo periodo è tutt'altro che trascurabile: circa un secondo ogni secolo, pari a circa tre ore in quasi 500 milioni di anni.
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Una citazione latina, in conclusione, non guasta mai e dà maggior prestigio e suggestione all’intero contesto.

Isidori Hispalensis Episcopi (c. 560 - Siviglia 4 Aprile 636)
nel suo trattato
Etymologiarum sive Originum
al Liber V in merito alla “Durata del giorno”

Dies est praesentia solis supra terras, sicut nox sol sub terris est. Dies legitimus viginti quattuor horarum est. Sunt autem diei spatia duo, interdianum atque nocturnum, quorum spatium horarum duodecim est. Dies Aegyptiis inchoat ab occasu solis; Persis ab ortu solis; Atheniensibus a sexta hora diei; Romanis a media nocte.


Il giorno è la presenza del sole sopra le terre, così come la notte è la presenza del sole sotto le terre. Il giorno conforme alle leggi è di ventiquattro ore. Vi sono due periodi del giorno, diurno e notturno, dei quali la durata è di dodici ore. Il giorno per gli Egizi incomincia dal tramonto del sole; per i Persiani dal sorgere del sole; per gli Ateniesi dalla sesta ora del giorno; per i Romani a mezzanotte.

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