giovedì 6 settembre 2012

Scalata verso la luce ? RosaCroce


  Scalata verso la luce ? rosacroce
Il Cavaliere R+C aveva iniziato il suo viaggio ormai da lungo tempo; la sua meta era certa, anzi provabile; finalmente era arrivato ai piedi di un impervio sentiero di montagna; la foschia nascondeva in lontananza per buona parte la catena montuosa che si accingeva con ulteriore fatica a superare. Il Cavaliere è costretto a scendere da cavallo e a condurlo a mano per le briglie.
Il sentiero si inerpica, il ghiaccio sotto i suoi piedi è infido e sembra inattaccabile. Poi roccia, sassi e nuovamente ghiaccio. Crepacci … ora azzurri, ora verdi … scintillavano all’intorno e lo invitano a perdersi, ad annullare se stesso.
Il vento sembrava disperdere anche l’ultimo ossigeno reclamato dai suoi esausti polmoni. Il Cavaliere R+C è … solo ... apparentemente. Ma le fantastiche teorie di esperienze passate di chi lo aveva preceduto su quel sentiero lo circondano. Le ombre di quanti avevano tentato prima di lui, lo accompagnano: sapeva di non essere solo, quale parte di un egregore concreto, ma indefinibile, impalpabile e misterioso.
Ogni passo bruciava spaventose energie, perdeva calore e respirava un’aria sempre più gelida. Sentiva il suo ritmo, assolutamente inadeguato all’impresa. La sua memoria, il presente e il futuro erano rinchiusi in ogni successivo passo, in ogni singolo respiro. Improvvisamente la nebbia, prima lontana, lo avvolge; senza più riferimento, un tunnel bianco, interminabile. Talvolta si porta la mano libera al volto, per asciugarsi il sudore gelido, ma anche per riconoscersi, per ravvisarsi col solo tatto. Sentiva voci, musiche lontane, respirava l’odore di prati tagliati di fresco: era di nuovo un fanciullo, ma l’istante dopo compiva anni innumerevoli.
Ad un tratto la neve: particolarmente alta e insidiosa … compressa. Avvallamenti si succedevano a distanze regolari, paralleli e sfalsati. Immaginava bizzarri giochi di vento sibilante, attraverso una sequenza di crepacci frustati dalla tormenta.
Immerso in questi pensieri, inaspettatamente il Cavaliere vede dinnanzi a sé quella che sembrava la parvenza di un ostacolo. Si accinge ad aggiralo, ma l’ombra si muove e gli viene incontro. “ E’ un allucinazione !?! ” .. Pensa, stringendo l’impugnatura della spada e lasciando le briglie del cavallo che nitrisce spaventato. Forse un incubo dovuto alla stanchezza, alla mancanza di ossigeno, all’enorme fatica ? Ma ecco vede ... ciò che non avrebbe mai voluto vedere, o forse aveva sempre desiderato incontrare.
Quella sagoma indistinta era un corpo che sembrava il simulacro, la caricatura di un essere umano. Il Cavaliere distingue i suoi occhi vivaci che lo guardano fisso e con dolce intensità, come a fargli coraggio, a non mollare. In quel momento il Cavaliere era folle di terrore e di entusiasmo. Cercava di raggiungerlo, ma i suoi gesti erano di una lentezza esasperante e penosa. Ancora più patetico è il suo richiamo: “ Chi è là ?!?” Quel filo di voce si perde nell’immensità della montagna. Il Cavaliere sente, con sorpresa, una risata e l’eco da questa prodotto. Il Cavaliere è stordito, confuso ed ebbro, ma … ora sorride anch’egli. Improvviso appare l’azzurro del cielo, così come non l’aveva mai visto. Il vento aveva diradato la foschia e si era placato. Da un mare bianco apparivano tutte intorno infinite cime: era la vetta, era la “LUCE”!!.
Il Cavaliere R+C guarda in basso a cercare segni di quanto era accaduto e della presenza di quella strana immagine: ma non c’era alcuna traccia di quell’incontro, eppure sapeva, anche se non avrebbe mai potuto rivelarlo compiutamente, che su quella montagna, quel giorno, non era solo.                                                                      7-3-2008 

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