IL CAVALIERE ROSACROCE E LE TENEBRE.
La prospettiva delle tenebre è considerata da molti iniziati come una
prova temibile e temuta. Bisogna vedere in questo, il simbolismo generale della
notte e del buio che dall'alba dei tempi colpisce l'inconscio collettivo
dell'umanità. Infatti, dalla preistoria, la notte è stata identificata come
nemica e origine di numerosi pericoli, al contrario della luce solare sorgente
di vita e di conforto. L'oscurità rappresenta, dunque, la solitudine e la
perdita della luce. Solo, nelle tenebre, l'uomo è incapace di dirigersi o di
ripararsi e poiché il cavaliere R+C conosce la luce, ne risente con maggior
acutezza la mancanza. D'altronde, non dobbiamo dimenticare che sul piano della
dualità, la luce ha bisogno dell'oscurità per manifestarsi e che l'oscurità non
è altro che l'assenza della luce e non una realtà in sé.
Quando il Cavaliere Rosacrociano è di fronte per la prima volta alla
tenebre e si trova, così, in preda al dubbio e allo scoraggiamento, mette in
questione seriamente il suo cammino spirituale. Ben inteso, la tenebre può
rivestire differenti aspetti poiché è in funzione del nostro livello di
evoluzione e della nostra forza interiore. Si tratta di un processo che può
essere isolato, ma che generalmente è ciclico, inoltre, la sua durata può
essere di qualche ora, come di molti anni. Le tenebre rappresentano semplicemente la rottura, la separazione con
la nostra vera natura e il nostro essere spirituale. E' uno stato di disarmonia
e di completo squilibrio, ma è anche il momento che precede l’alba ed è la
prova che fortificherà l’iniziato.
Cosa difficile può essere riconoscere il momento in cui siamo
effettivamente di fronte alla tenebre. In effetti, l'ego ed la psiche sono
abili nel trovare delle scuse e continuare, così, ad abusare di noi. Tuttavia,
la presa di coscienza di questa prova particolare, la comprensione di questo
passaggio obbligato sul cammino dell'iniziazione, costituiscono gli strumenti
indispensabili alla riforma di se stessi.
In questo periodo di dubbio e
di sofferenza, tre qualità sono più che mai essenziali, cioè la volontà, la
fiducia e la perseveranza. Se le applichiamo con risolutezza, possiamo essere
sicuri di uscire prima o poi da questo tunnel che sembra senza fine e vuoto di
senso. Ogni passaggio ad uno stato superiore, implica una transizione ed una
vera metamorfosi che può compiersi solo nel silenzio e nell'oscurità. In
effetti, l'uno e l'altra sviluppano la nostra sensibilità, fino a che prendiamo
coscienza e conoscenza della verità e della luce.
Evidentemente, ogni momento di
dubbio e di scoraggiamento, può essere considerato come un aspetto o una
manifestazione della tenebre. Così, un Cavaliere R+C deve essere costantemente
in guardia per non permettere alla fiamma di spegnersi, poiché in quel momento
può conoscere i tormenti della notte ed il dolore di aver perso la luce. Da
questo punto di vista, essere Cavaliere R+C significa anche essere portatore di
luce. Questa luce brilla nel fondo di noi stessi, ma per percepirla, bisogna
affrontare le nostre tenebre, cioè tutto quello che si oppone alla pratica
delle virtù che altro non sono se non le qualità e le caratteristiche della
nostra natura interiore umana, sempre errante fra il bene e il male e sempre
propensa quantomeno a prendere delle comode scorciatoie.
E' vero che l'esistenza
quotidiana con lo stress, l'amoralità e l'egoismo, ovunque presenti e
accompagnate dalla ricerca costante del profitto e del potere materiale, sono
propizi a farci vivere la tenebre. Tuttavia, un cavaliere sincero, non deve mai
temere le tenebre perché non sono altro che un'illusione.
Ogni giorno comprende la sua
parte di prove, ma essendo determinati e imperturbabili si può scacciare lo
spettro della notte dell'anima. E' la preparazione del cavaliere che gli dona
l'attitudine a condurre tutti i combattimenti contro i demoni, che altro non
sono se non la proiezione dei propri difetti e debolezze. E' l’abitudine ad una
sana lotta interiore che ci fornisce le armi per affrontare le tenebre e per
tentare finalmente di emergere in piena coscienza nella luce.
Le tenebre hanno sempre una
fine luminosa e questo è l'essenziale, è la lezione che si deve scolpire in noi
stessi poiché, questa certezza e quest'affermazione positiva, saranno un aiuto
prezioso, quando ci capiterà di vivere dei momenti di turbamento e di oblio
della nostra vera natura.
Piuttosto che temere la tenebre, bisogna
considerarle come un'opportunità per applicare i principi di saggezza, per
estendere la nostra presa di coscienza, per ravvivare il fuoco che brilla sul
nostro cuore e manifestare, così, la nostra aspirazione verso la luce. L’iniziato
che pratica l'alchimia spirituale dei Rosa+Croce, sa perfettamente che la prova
è simile al crogiolo nel quale l'oro si sbarazza delle sue ultime impurità.
Così, riconosciuta ed accettata, la difficoltà del momento, diventa un passo in
più sul cammino della realizzazione. Di conseguenza, le tenebre possono essere
vissute come un periodo di maturazione e di gestazione in cui l’iniziato, con
amore e sincerità, ma anche con semplicità e pazienza, accetta, il lavoro
impegnativo necessario all'alchimia trascendentale. Con questa prospettiva, il
valore delle tenebre è quello di rivelare la sorgente e l'origine della luce,
che sono l'inizio e la finalità della nostra esistenza.
Nessun commento:
Posta un commento
grazie