giovedì 6 settembre 2012

IL CAVALIERE ROSACROCE E LE TENEBRE


IL CAVALIERE ROSACROCE E LE TENEBRE.


La prospettiva delle tenebre è considerata da molti iniziati come una prova temibile e temuta. Bisogna vedere in questo, il simbolismo generale della notte e del buio che dall'alba dei tempi colpisce l'inconscio collettivo dell'umanità. Infatti, dalla preistoria, la notte è stata identificata come nemica e origine di numerosi pericoli, al contrario della luce solare sorgente di vita e di conforto. L'oscurità rappresenta, dunque, la solitudine e la perdita della luce. Solo, nelle tenebre, l'uomo è incapace di dirigersi o di ripararsi e poiché il cavaliere R+C conosce la luce, ne risente con maggior acutezza la mancanza. D'altronde, non dobbiamo dimenticare che sul piano della dualità, la luce ha bisogno dell'oscurità per manifestarsi e che l'oscurità non è altro che l'assenza della luce e non una realtà in sé.
Quando il Cavaliere Rosacrociano è di fronte per la prima volta alla tenebre e si trova, così, in preda al dubbio e allo scoraggiamento, mette in questione seriamente il suo cammino spirituale. Ben inteso, la tenebre può rivestire differenti aspetti poiché è in funzione del nostro livello di evoluzione e della nostra forza interiore. Si tratta di un processo che può essere isolato, ma che generalmente è ciclico, inoltre, la sua durata può essere di qualche ora, come di molti anni. Le tenebre rappresentano  semplicemente la rottura, la separazione con la nostra vera natura e il nostro essere spirituale. E' uno stato di disarmonia e di completo squilibrio, ma è anche il momento che precede l’alba ed è la prova che fortificherà l’iniziato.
Cosa difficile può essere riconoscere il momento in cui siamo effettivamente di fronte alla tenebre. In effetti, l'ego ed la psiche sono abili nel trovare delle scuse e continuare, così, ad abusare di noi. Tuttavia, la presa di coscienza di questa prova particolare, la comprensione di questo passaggio obbligato sul cammino dell'iniziazione, costituiscono gli strumenti indispensabili alla riforma di se stessi.
  In questo periodo di dubbio e di sofferenza, tre qualità sono più che mai essenziali, cioè la volontà, la fiducia e la perseveranza. Se le applichiamo con risolutezza, possiamo essere sicuri di uscire prima o poi da questo tunnel che sembra senza fine e vuoto di senso. Ogni passaggio ad uno stato superiore, implica una transizione ed una vera metamorfosi che può compiersi solo nel silenzio e nell'oscurità. In effetti, l'uno e l'altra sviluppano la nostra sensibilità, fino a che prendiamo coscienza e conoscenza della verità e della luce.
  Evidentemente, ogni momento di dubbio e di scoraggiamento, può essere considerato come un aspetto o una manifestazione della tenebre. Così, un Cavaliere R+C deve essere costantemente in guardia per non permettere alla fiamma di spegnersi, poiché in quel momento può conoscere i tormenti della notte ed il dolore di aver perso la luce. Da questo punto di vista, essere Cavaliere R+C significa anche essere portatore di luce. Questa luce brilla nel fondo di noi stessi, ma per percepirla, bisogna affrontare le nostre tenebre, cioè tutto quello che si oppone alla pratica delle virtù che altro non sono se non le qualità e le caratteristiche della nostra natura interiore umana, sempre errante fra il bene e il male e sempre propensa quantomeno a prendere delle comode scorciatoie.
  E' vero che l'esistenza quotidiana con lo stress, l'amoralità e l'egoismo, ovunque presenti e accompagnate dalla ricerca costante del profitto e del potere materiale, sono propizi a farci vivere la tenebre. Tuttavia, un cavaliere sincero, non deve mai temere le tenebre perché non sono altro che un'illusione.
  Ogni giorno comprende la sua parte di prove, ma essendo determinati e imperturbabili si può scacciare lo spettro della notte dell'anima. E' la preparazione del cavaliere che gli dona l'attitudine a condurre tutti i combattimenti contro i demoni, che altro non sono se non la proiezione dei propri difetti e debolezze. E' l’abitudine ad una sana lotta interiore che ci fornisce le armi per affrontare le tenebre e per tentare finalmente di emergere in piena coscienza nella luce.
  Le tenebre hanno sempre una fine luminosa e questo è l'essenziale, è la lezione che si deve scolpire in noi stessi poiché, questa certezza e quest'affermazione positiva, saranno un aiuto prezioso, quando ci capiterà di vivere dei momenti di turbamento e di oblio della nostra vera natura.
  Piuttosto che temere la tenebre, bisogna considerarle come un'opportunità per applicare i principi di saggezza, per estendere la nostra presa di coscienza, per ravvivare il fuoco che brilla sul nostro cuore e manifestare, così, la nostra aspirazione verso la luce. L’iniziato che pratica l'alchimia spirituale dei Rosa+Croce, sa perfettamente che la prova è simile al crogiolo nel quale l'oro si sbarazza delle sue ultime impurità. Così, riconosciuta ed accettata, la difficoltà del momento, diventa un passo in più sul cammino della realizzazione. Di conseguenza, le tenebre possono essere vissute come un periodo di maturazione e di gestazione in cui l’iniziato, con amore e sincerità, ma anche con semplicità e pazienza, accetta, il lavoro impegnativo necessario all'alchimia trascendentale. Con questa prospettiva, il valore delle tenebre è quello di rivelare la sorgente e l'origine della luce, che sono l'inizio e la finalità della nostra esistenza.

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