martedì 27 dicembre 2011

L Arvèrs - il rovescio carpigiano - Dialetto carpigiano - di Mauro D'Orazi - Carpi (Modena)

prima stesura  12-1-2011                                      v 3 del 5-9-2014
L Arvèers
Il rovescio carpigiano

Una frase che si sente pronunciare nelle nostre zone, non di certo di rado, è: T ìi pròopria ‘n arvèers! Sei proprio un rovescio, uno controcorrente, un bastian contrario. Queste parole suonano come un rimprovero, ma il più delle volte è un richiamo simpatico e ironico nei confronti di chi non si adegua al pensiero di maggioranza.
L arvèers è un carattere personale stabile, anzi in costante e in progressivo aumento e si distingue nettamente dalla categoria inferiore dl arbaltèe (ribaltato) che rappresenta una condizione per lo più temporanea.
L arbaltèe è innervosito da situazioni antipatiche o sgradevoli, in cui occasionalmente si viene a trovare o anche per precarie situazioni di salute; cessate le cause, finisce anche il suo stato.
L arvèers è una tipica figura carpigiana alla quale sono molto affezionato; ma… attenzione ! perché vi sono due tipi di “rovesci” di natura estremamente diversa fra di loro.
Il primo tipo individua un personaggio scòomed, ma alla fine simpatico e originale, anticonformista con la mente speculativa e intensamente interessata a cercare di capire la variegata natura umana. Disilluso e oculatamente cinico, conosce ogni possibile debolezza umana di Carpi e in generale. Egli gioca in maniera disinibita su queste fragilità, cercando quasi sempre, con suo grande piacere e sadico divertimento, di creare imbarazzo e scandalo fra i bigotti, benpensanti e i falsi moralisti. Per esemplificare in questa categoria pongo me stesso, Franco Bizzoccoli, Giuliano Garuti, Giulio Beltrami, ecc …
Il secondo tipo invece ha caratteristiche decisamente negative e unisce, alla qualifica in questione, anche quella di spacamaròun o straṡabàal (rompiballe): ovvero si tratta di individui tediosi, perniciosi o quanto meno inutili alla società. In genere fanno solo perdere la pazienza e inutilmente tempo al prossimo. Per questa definizione non posso fare esempi nominativi, perché verrei subito denunciato per diffamazione; infatti mentre l arvèers del primo tipo ha piena e compiaciuta coscienza del suo stato, il secondo assolutamente … NO, altrimenti si ravvederebbe e non sarebbe più tale. Pertanto, ognuno sarà libero di inserire (mentalmente) a suo piacimento chi meglio gli pare fra gli appartenenti a questa sgradevole categoria.
Punti di vista
Per ben definire ed esemplificare i due tipi, per il primo basta pensare all’autore di queste note contrario (e strenuo avversario) ad esempio di cose, anche banali, come:
le Feste di fine anno, i presepi, gli auguri, il suo compleanno e quello degli altri, i viaggi “dello stacco della spina” per tornare più coglioni di prima e le vacanze d’agosto, i ponti dei giorni rossi, le cerimonie di battesimo e quelle di matrimonio, il calcio e il tifo, la falsità delle olimpiadi, le raccolte benefiche di soldi afflitte da carità pelose, il Circo della F1, Miss Italia, il festival di San Remo, la musica sotto ai portici del Centro, le secchiate d’acqua in testa, le frasi retoriche, gli outlet con le loro finte occasioni, i racconti compiaciuti dei reduci da qualsiasi attività, gli invidiosi di sinistra, i mediocri di centro e gli imbecilli di destra, i programmi di intrattenimento TV, i discorsi sul tempo e sull’altezza centimetrale del precipitato nevoso, le riunioni di condomino, i rogiti notarili, l’ipocrita politically correct e la carità pelosa, la pubblicità, la Fiat, il Vaticano, l’orrida pratica imposta della raccolta dei rifiuti Porta a porta, il voto degli italiani all’estero (fallito miseramente), la chiusura della Piazza di Carpi alle auto alla sera d’inverno e l’inutilissimo blocco del traffico al giovedì, i troppo facili perdoni (catto-comunisti) a chi sbaglia, indulti, amnistie, i gh’è pensi mì, eccccccc ….
Mentre per il secondo vale la pena di ricordare un gustoso aneddoto che riassume un certo tipo di stizzosa carpigianità.
Anni fa in una assemblea di uno dei tre club con piscina di Carpi si discuteva della costruzione di nuovi spogliatoi, con una spesa prevista di alcune decine di milioni di lire. I presenti, quasi cento soci, ascoltavano pazientemente il presidente che illustra i motivi che giustificano la nuova opera muratoria e soprattutto la spesa di una certa consistenza. “ …Gli spogliatoi esistenti hanno un po' di problemi e il riscaldamento non funziona benissimo. Il nuovo e moderno edificio andrà a vantaggio dei numerosi atleti ospiti, ma anche dei soci, naturalmente. Il tutto si concretizzerà in un beneficio del confort e dell'immagine del club. …
Dopo numerosi interventi favorevoli, un socio, SOLO UN SOCIO, si dichiarò fermamente contrario allo spogliatoio e all'impegno finanziario. " Sa vìin dla gìinta da fóora??? (se viene della gente da fuori) - disse – Mò sa vìin dla gìinta da fóora ìis faraan pò la dòccia cun l’aaqua frèdda. A n è mai mòort nisùun !!! (Non è mai morto nessuno)". L'opinione del tizio era granitica e le ragioni del suo NO furono espresse e reiterate in una lunga polemica che si concretizzò in una accesa discussione di oltre un'ora, durante la quale molti dei presenti con interventi pieni di moderazione e buon senso confermavano la positività della scelta. 
Ma a un certo punto la polemica salì di tono e al termine dell'ultima intemerata, decine di occhi, pieni di compatimento e di impazienza, guardavano con una certa pena e fastidio il solo pervicace contrario.
Questi, con gli occhi fuori dalla testa, si alzò allora di scatto e indicando col dito roteante e minaccioso TUTTI i presenti in sala, urlò: "Savì sa vòo da dìir ? (Sapete cosa ho da dirvi ?)... A sìi TùTT di ARVèeRS !!!!!"  
E uscì DA SOLO dalla sala…
Forse se lo avesse fatto prima tutti sarebbero stati più contenti e si sarebbe perso meno tempo.
Per concludere la breve tematica: di arvèèrs del secondo tipo, in 40 anni di vita sociale, di sindacato, di partito, di associazioni ed enti vari ne ho conosciuti a volontà e ho sempre cercato di starne il più lontano possibile; mentre con quelli del primo tipo invece... mè, in mèes a lóor, a m càat dimònndi bèin!!! Mè a i sèerch e lóor im sèerchen mè.

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