Postura carpigiana
dorry@libero.it v 05 Miarèina,
25-11-2011
di Mauro D’Orazi e degli amici del Gruppo di
Facebook “Chi parla dialetto carpsan”
Particolare di una foto di Don Ettore
Tirelli – 1910 circa
Ho trovato questo gustoso
particolare allargando una vecchia foto; dopo averla scannerata, l’ho allargata
a dismisura per trovare dei tesoretti nascosti di vita quotidiana di un mondo
di ben 100 anni fa ormai scomparso, ma che è indelebile nelle nostre radici.
Da questa immagine centenaria si evidenzia in modo chiarissimo la postura
della donna carpigiana (anche molti
maschietti non ne sono certo esenti): mani sui fianchi, gomiti in fuori,
tronco leggermente proteso in avanti (di pochi gradi) per consentire alla testa
e al viso di essere incisivamente proiettati in avanti.
Fateci caso e vi troverete
davanti tanti esempi e probabilmente voi stesse.
L’anziana rezdòora della foto, anche se potrebbe in effetti avere solo una
cinquantina d’anni, sembra cercare all’orizzonte qualcuno, forse il marito, pèers
in ‘na quelch ustaria a bèver un pèecher o ‘na fujetta ed lambro.
Sembra voler dire: “Bè mò ‘sa
fàal ? In duv el?”
Le braccia sui fianchi sono
indice inequivocabile di carpigianità al 100%.
È famoso questo episodio: in una
grande città italiana una signora in veste di turista improvvisamente si sente
chiedere: " Vò sìi ed Chèrp?"
- " Bè mò ??? ‘Sa dìsel ? Perchè ?"
rispose tenendo sempre le mani sui fianchi.
A me è capitato anni fa di essere
in Egitto sotto la sfinge; tante foto ricordo … e quando
poi le rivedo, noto subito una signora di schiena che, unica fra centinaia di
turisti, guardava il monumento con le mani sui fianchi. Indovinate di che città
era ? **
Si tratta dunque della postura
del comando. La
rezdòora, la donna di casa che gestisce gli interessi, assume questa
posizione in modo naturale. Donne sicure di sé e consapevoli del ruolo centrale
che avevano in famiglia. Le timide e le seconde linee della famiglia di solito
le tengono o lungo i fianchi o conserte.
Le nostre famose magliaie degli anni ’60 avevano questo piglio.
Se si
vuole fare una ulteriore analisi a
dirèev che, già dal teimp d'Adamo, anch Eva la s'era mìisa acsè ... con i pùgnn
pugèe in sima a i fianch e i brass in foora cun tant ed grugn. ... E a un sert
punt l a gh avrà dìtt: “Elòora des-ciulet … ste pòmm a l magnet o no!! Dai mò e
sbrighett … ch a s vìin sira adòos!!"
**
Incredibile, ma sono riuscito a scoprire anche il nome della vecchia
carpigiana nella foto presso la giasèera,
vicino all’incrocio di S. Nicolò – Vie Fassi / Berengario. L’ha riconosciuta la
nipote Osanna Sacchi: si tratterebbe di sua nonna Filomena Sgarbi in Sacchi che
viveva in San Francesco. Ci piace
pensare che sia così.
Quando Nerio (Righi Amedeo detto Leon) lavorava in CMB di sua
abitudine si metteva le mani sui fianchi e immancabilmente Omèeti' (il gruista)
gli diceva: “Mòola cal cucombri!! e lui di scatto calava giù le braccia sui
fianchi. Che ricordi!!!
Maddalena Zanni: Stessa postura di mia nonna quanto intimava:
"Bhè mò 'scòolta!", che
marchio..
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