martedì 27 dicembre 2011

Postura carpigiana - mani sui fianchi di Mauro D'orazi


Postura carpigiana
       dorry@libero.it      v 05                                                     Miarèina, 25-11-2011
di Mauro D’Orazi e degli amici del Gruppo di Facebook “Chi parla dialetto carpsan”

Particolare di una foto di Don Ettore Tirelli – 1910 circa

Ho trovato questo gustoso particolare allargando una vecchia foto; dopo averla scannerata, l’ho allargata a dismisura per trovare dei tesoretti nascosti di vita quotidiana di un mondo di ben 100 anni fa ormai scomparso, ma che è indelebile nelle nostre radici.
Da questa immagine centenaria si evidenzia in modo chiarissimo la postura della donna carpigiana (anche molti maschietti non ne sono certo esenti): mani sui fianchi, gomiti in fuori, tronco leggermente proteso in avanti (di pochi gradi) per consentire alla testa e al viso di essere incisivamente proiettati in avanti.
Fateci caso e vi troverete davanti tanti esempi e probabilmente voi stesse.
L’anziana rezdòora della foto, anche se potrebbe in effetti avere solo una cinquantina d’anni, sembra cercare all’orizzonte qualcuno, forse il marito, pèers  in ‘na quelch ustaria a bèver un pèecher o ‘na fujetta ed  lambro.  Sembra voler dire: “Bè mò ‘sa fàal ? In duv el?
Le braccia sui fianchi sono indice inequivocabile di carpigianità al 100%.
È famoso questo episodio: in una grande città italiana una signora in veste di turista improvvisamente si sente chiedere: " Vò sìi ed Chèrp?" - " Bè mò ??? ‘Sa dìsel ? Perchè ?" rispose tenendo sempre le mani sui fianchi.
A me è capitato anni fa di essere in Egitto sotto la sfinge; tante foto ricordo … e quando poi le rivedo, noto subito una signora di schiena che, unica fra centinaia di turisti, guardava il monumento con le mani sui fianchi. Indovinate di che città era ? **
Si tratta dunque della postura del comando. La rezdòora, la donna di casa che gestisce gli interessi, assume questa posizione in modo naturale. Donne sicure di sé e consapevoli del ruolo centrale che avevano in famiglia. Le timide e le seconde linee della famiglia di solito le tengono o lungo i fianchi o conserte.  Le nostre famose magliaie degli anni ’60 avevano questo piglio.
Se si vuole fare una ulteriore analisi a dirèev che, già dal teimp d'Adamo, anch Eva la s'era mìisa acsè ... con i pùgnn pugèe in sima a i fianch e i brass in foora cun tant ed grugn. ... E a un sert punt l a gh avrà dìtt: “Elòora des-ciulet … ste pòmm a l magnet o no!! Dai mò e sbrighett … ch a s vìin sira adòos!!"

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Incredibile, ma sono riuscito a scoprire anche il nome della vecchia carpigiana nella foto presso la giasèera, vicino all’incrocio di S. Nicolò – Vie Fassi / Berengario. L’ha riconosciuta la nipote Osanna Sacchi: si tratterebbe di sua nonna Filomena Sgarbi in Sacchi che viveva in San Francesco.  Ci piace pensare che sia così.

Quando Nerio (Righi Amedeo detto Leon) lavorava in CMB di sua abitudine si metteva le mani sui fianchi e immancabilmente Omèeti' (il gruista) gli diceva: “Mòola cal cucombri!! e lui di scatto calava giù le braccia sui fianchi. Che ricordi!!!
Maddalena Zanni:  Stessa postura di mia nonna quanto intimava: "Bhè  mò 'scòolta!", che marchio..




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